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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Lo sfogo di Restaino: «Qualcuno ha riaperto il congresso del Pd di Basilicata?». Già. La domanda a qualcuno in effetti era venuta. Osservando semplicemente i fatti: nel Partito democratico di Basilicata la situazione sta diventando incandescente. A cavallo dei due congressi provinciali e delle nomine degli enti del sub governo regionale la tensione tra big del Pd e tra le varie correnti si è palesata. Ad aprire una faglia ci ha pensato il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero con l’intervista rilasciata al Quotidiano. Ha tolto il velo, mettendo a nudo quei contrasti interni che sembravano sopiti dopo gli accordi del congresso regionale con l’elezione di Roberto Speranza in nome della “cogestione” del partito.
Evidentemente il tavolo è saltato. Già. Perchè se proprio Erminio Restaino (che da candidato segretario regionale è uno dei tre cogestori) prende carta e penna e si mette a scrivere riservatamente al segretario regionale Speranza chiedendogli se il congresso del Pd è riaperto vuol dire che la pace congressuale è solo un ricordo.
L’assessore regionale Restaino in realtà nella lettera privata che ha inviato a Roberto Speranza (e per conoscenza a Vito De Filippo, Maria Antezza, Salvatore Margiotta, Vito Giuzio, Luca Braia, Vincenzo Viti, Gennaro Straziuso e Vito Santarsiero) alla domanda sulla riapertura del congresso offre anche la propria personale risposta: «Sì».
E dunque lo scontro nel Pd si allarga. Perchè sebbene la lettera, nelle intenzioni di Restaino, doveva restare riservata «Caro Roberto – scrive – continuo a perseverare nello “stile” di non affidare alla stampa elementi di discussione che potrebbero nuocere al Partito democratico di Basilicata», rimane che il contenuto è altamente critico. Se pur quindi con metodi diversi (Santarsiero con intervista e Restaino con lettera privata) il dissapore e la critica ai vertici decisionali del Pd emerge con identica forza.
E quindi c’è il punto iniziale da cui parte Restaino: «La mia risposta alla domanda che pongo alla base di questa breve nota è: sì qualcuno ci sta provando». Non specifica però chi. Ma spiega: «La stagione congressuale regionale si è chiusa positivamente se pure con fisiologiche (trasversali in tutte le mozioni) fibrillazioni. Alimentare come nelle ultime ore si sta irresponsabilmente facendo l’idea che le sole divisioni dell’area ex democristiana siano la sola causa di incomprensioni e malumori è falso e sbagliato».
Insomma una cosa è chiara per Restaino: non si deve strumentalizzare i “litigi” interni agli ex diellini. Tanto che sempre nella lettera l’assessore prosegue: «Abbiamo il dovere di allineare oggettivamente le questioni e accanto alle divisioni di “Area democratica” va evidenziata una incomprensibile “bulimia” (che riguarda sia le nomine che gli ultimi assetti di partito) che scontenta tutti». Non sarebbe quindi solo Santarsiero e gli altri della corrente lucana di Fioroni a sentirsi emarginati. Il termine bulimia (per lo Zingarelli “senso morboso di fame”) è evidentemente rivolta alla componente della Bersani uno di cui lo stesso Speranza insieme a Folino, Lacorazza, Santochirico e Bubbico è il “portabandiera”.
Per questo Restaino avverte lo stesso Speranza: «Lo spirito con il quale, grazie anche al tuo equilibrio, abbiamo nell’ultimo anno superato appuntamenti difficilissimi va recuperato».
E c’è anche un riferimento al sindaco nella lettera: «Comprendo il disagio di Vito Santarsiero relativamente agli ultimi accadimenti ma considero drammaticamente sbagliati nel metodo e nel merito molti passaggi della sua intervista rilasciata al Quotidiano. Mischiare il “sacro al profano” come lui fa quando parla della Basilicata è di una superficialità che può produrre effetti politicamente devastanti. Da un amministratore in prima linea consapevole delle difficoltà di contesto ci si attende ben altro».
Ce ne per tutti. Anche se il finale è per un’apertura: «Resto in attesa di occasioni per offrire il mio contributo per una nuova positiva stagione del Pd di Basilicata».
Ora è chiaro che la questione è ben lungi da una definizione. Ma è altrettanto evidente che le nomine davvero hanno creato un malcontento interno al Pd. Tanto che secondo indiscrezioni nel Materano anche la Bersani due (Adduce) sarebbe rimasta “delusa”. Rimettere insieme i “cocci” non appare un’operazione semplice.

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