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Dopo l’allarme lanciato ieri dalla soprintendente per i beni archeologici della Calabria e direttrice del Museo e degli scavi di Sibari, Silvana Luppino, sulla situazione in cui versa il sito archeologico di Sibari, in provincia di Cosenza, simile a quella verificatasi a Pompei, è intervenuto anche il primo cittadino di Cassano allo Jonio, Gianluca Gallo, per il quale: «Il pericolo che il parco archeologico finisca sott’acqua, per la mancata manutenzione dei fossi di scolo della zona e per la vicinanza al fiume Crati, è reale. Abbiamo già sollecitato il Consorzio di bonifica ad adoperarsi per risolvere le situazioni di maggior rischio – ha proseguito Gallo – ma è chiaro che se su Sibari non vi saranno investimenti seri da parte del governo, non potrà mai esservi un concreto sviluppo dell’area».
Il sindaco di Cassano Ionio e consigliere regionale dell’Udc, ha raccolto sul fronte istituzionale il grido d’allarme lanciato dalla Direzione del polo archeologico sibarita all’indomani dei crolli, originati da infiltrazioni d’acqua, che hanno interessato Pompei, paventando il possibile verificarsi di scenari pompeiani anche in terra sibarita.
«Il problema, purtroppo, è antic – commenta il primo cittadino cassanese -. Nei momenti di emergenza, a volte andando anche oltre le nostre competenze e sostituendoci agli enti preposti, il Comune è intervenuto per garantire la salvaguardia del parco archeologico e del museo nazionale. Ma evidentemente ciò non è bastato, nè può bastare. Per questo, già da settimane, abbiamo avviato un confronto con il Consorzio di bonifica, perchè si prenda cura, in maniera costante ed efficace, dei canali e fossi di scolo della zona sibarita, spesso e volentieri causa di allagamenti». Ma assicurato anche il coinvolgimento della Regione Calabria nella programmazione del futuro del polo archeologico di Sibari, è a Roma che l’esponente dell’Udc rivolge lo sguardo: «A parte qualche rara, lodevole eccezione – sottolinea Gallo – l’antica Sybaris non è mai stata adeguatamente considerata nella programmazione dei ministri ai Beni culturali e dei governi che si sono succeduti dal secondo dopoguerra ad oggi. Continueremo a batterci perchè l’auspicato cambio di rotta possa presto concretizzarsi, ed intanto cercheremo, insieme alla delegazione parlamentare dell’Udc e spero anche delle altre forze politiche, di accendere i riflettori sul caso Sibari».

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