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Tredici persone sono state rinviate a giudizio nel procedimento penale per tentare di fare luce sulla morte, per cancro, d’una cinquantina di dipendenti dell’ex stabilimento «Marlane» di Praia a Mare, sul tirreno cosentino.
La decisione è stata assunta ieri dal giudice delle udienze preliminari paolano, Salvatore Carpino, che ha fissato l’inizio del dibattimento per il 19 aprile 2011.
I tredici sono accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro ambientale, sia per la morte degli operai e sia per le patologie tumorali che hanno colpito un’altra cinquantina di ex dipendenti dello stabilimento tirrenico. Secondo la ricostruzione dell’accusa, le patologie che hanno provocato i decessi sarebbero legate al mancato rispetto delle norme di sicurezza nell’ex stabilimento industriale.
Nel corso dell’udienza preliminare il pubblico ministero, Antonella Lauri, ha sostenuto che le morti e le malattie sono riconducibili all’utilizzo non corretto di una serie di sostanze utilizzate per colorare i tessuti con le quali gli operai sarebbero entrati in contatto diretto. L’inchiesta della Procura di Paola si è protratta per oltre dieci anni e rappresenta la sintesi di tre diversi filoni di indagine, il primo dei quali risale al 1999. Successivamente sono state aperte altre due inchieste, la prima nel 2006 e la seconda nel 2007. I periti d’ufficio nominati dalla Procura avevano sostenuto che esiste il nesso di causalità tra la morte degli operai e le esalazioni tossiche sprigionate dai coloranti utilizzati nella produzione.
All’interno dello stabilimento, secondo quanto riferirono alcuni operai ai magistrati, c’era una nebbia persistente provocata dalle esalazioni tossiche e non funzionava alcun aeratore. Gli operai, inoltre, non erano neppure provvisti di mascherina e lavoravano respirando direttamente le esalazioni. Gli operai della fabbrica morti sono stati, complessivamente, un centinaio, ma le indagini riguardano una cinquantina i cui parenti hanno presentato denuncia. La Procura ipotizza anche che alcuni decessi possano essere stati provocati dall’uso di amianto, presente sui freni dei telai utilizzati nella fabbrica. Il Gup di Paola ha accolto la costituzione di 300 parti civili. Al termine dell’udienza preliminare c’è stata commozione tra i numerosi familiari degli operai deceduti che hanno assistito alla lettura del dispositivo da parte del gup.

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