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SANT’ANGELO LE FR. – E’ ormai un’abitudine consolidata, per i cittadini del posto, attendere il medico prima dell’orario di apertura dell’ambulatorio. Nel passato si è fatto così: lunghe file, a cominciare da due ore prima dell’orario di apertura delle visite. Da alcuni mesi, in pensione il vecchio medico, ci sono due dottoresse. L’ambulatorio è allocato nei locali del comune, in via G. Marconi, nei pressi del consultorio. I pazienti devono fare tre rampe di scale prima di raggiungere l’abitacolo delle visite; la sala di attesa, poi, si trova sotto una cupolone di vetro, freddissima d’inverno, caldissima d’estate. Senza ascensore per i disabili e anziani. Ma i problemi si complicano ancora di più, quando uno dei due medici impone l’uso dei numeri per stabilire l’ordine di ingresso. Numero massimo di pazienti visitabili al giorno, 25. I pazienti si domandano: e in caso di necessità? E in caso di emergenze? Non si discute, il numero stabilito è di 25 pazienti e poi si chiudono i battenti. E nel fare le rampe di scale, i giovani corrono e prelevano subito il numero e gli anziani finiscono per essere gli ultimi o addirittura rimangono senza essere visitati, anche se si tratta di pazienti che hanno bisogno farmaci salva vita, perché non fanno in tempo a prendere il fatidico numerino. Lo scorso lunedì, uno dei due medici adotta un comportamento, a dir poco, poco deontologico, arriva nel piazzale antistante l’ambulatorio, sono in tanti ad attenderla, gira la macchina e non apre l’ambulatorio senza nessuna spiegazione. La gente, agguerrita, non sapendo cosa fare, va a protestare sul comune, fa intervenire i carabinieri, coinvolgendo anche il sindaco Laurino che promette una mediazione. Non c’è stata soluzione: il medico ufficialmente, nella mattinata del lunedì, non si è sentita bene. E intanto diversi pazienti si sono recati in farmacia per prendere le medicine di cui essi avevano urgente bisogno, in attesa di una ricetta medica postdatata, che si spera possa essere fatta nel pomeriggio del martedì successivo, sempre si riesca a impossessarsi del numerino. La farmacista, nonostante la buona volontà, certe medicine senza ricetta medica non le può proprio dare. Di qui il disagio. Ora se consideriamo che gli assistiti sono circa mille persone, è lecito chiedersi: sono sufficienti due ore e mezza di ambulatorio al giorno, escludendo gli eventuali ritardi, per cinque giorni a settimana per far fronte a un così alto numero di assistiti? Per la cronaca il giorno dopo la dottoressa è tornata a lavorare.

Antonio Monaco

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