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AVIGLIANO – Magari sono ancora vivi. Magari si chiedono dove sia quel figlio abbandonato 54 anni fa in una villetta comunale di Ischia, in un sacchetto di plastica. Certo è che, dopo tutto questo tempo, Antonio Villa, originario della Campania, ma aviglianese d’adozione, non ha perso la speranza di riabbracciare la mamma e il papà. Lo ritrovarono alcuni netturbini incuriositi dai cani che gli ronzavano intorno. Era nato dieci giorni prima. Oggi è un uomo di mezz’età, sposato, che lavora al Comune del centro potentino. Ma la sua storia è fatta di pellegrinaggi. A Napoli ha conosciuto diversi istituti prima di imbattersi in una famiglia che lo ha accolto come un figlio, sostenendolo nella difficile battaglia contro un ritardo nello sviluppo psicomotorio e una manifesta dislessia. Ad Avigliano ci arriva tramite la conoscenza e l’amicizia del direttore di uno degli orfanotrofi frequentati, che è lucano d’origine. Spende gran parte della sua esistenza nella ricerca dei genitori. Il tempo passa eppure non si rassegna: scrive ai giornali e coinvolge anche la tv per riuscire a dare quanta più eco possibile al suo appello. «Vorrei raccontarvi la mia storia – dice – nella speranza che tutti voi possiate aiutarmi a coronare un sogno». Il sogno che Antonio aspetta da tutta la vita.

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