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I cittadini che dal primo luglio scorso presidiano l’ospedale di Tinchi di Pisticci per esprimere la loro contrarietà a progetti di ridimensionamento della struttura, hanno contestato stamani il direttore sanitario dell’ospedale. La manifestazione si è svolta davanti agli uffici dell’ospedale all’arrivo del dirigente, e vi hanno partecipato anche alcuni dei cittadini che occupano il tetto dell’edificio: «La situazione -ha detto Pietro Giannace, uno degli animatori della protesta- è molto tesa perchè la gente è preoccupata per la situazione e le prospettive dell’ospedale e dal mondo politico non giungono le risposte promesse». Intanto la protesta procederà a oltranza, con una nuova manifestazione già organizzata per sabato prossimo. Le “rassicurazioni” fornite da Vincenzo Viti negli ultimi giorni e nel comunicato diffuso dopo la manifestazione di Tinchi, fanno sapere dal comitato, non rassicurano per niente i manifestanti e i comitati in lotta. Dire che non c’è mai stata l’intenzione di smantellare l’ospedale di Tinchi è come negare il tradimento quando il partner ti ha scoperto a letto con un’altra/o. E’ talmente evidente che a Tinchi c’è stato e continua a esserci uno smantellamento che basta farci un salto per vedere che non c’è rimasto quasi nulla. «Il direttore generale -spiegano dal comitato- Vito Gaudiano ha davvero fatto un bel lavoro. Con atti autoritari, minacce, ricatti al personale, mobbing e quant’altro fosse stato necessario alla fine ci è riuscito. E se n’era accorto anche il Pd di Pisticci e Marconia quando a fine giugno definiva la direzione generale di Gaudiano “una iattura” per il territorio e ne chiedevano le dimissioni. I comitati avevano accettato la proposta del Pd di Pisticci e Marconia, oltre a quella dell’amministrazione comunale. In quella proposta c’era in bella evidenza una serie di funzioni che ora sono sparite dal comunicato di Vincenzo Viti consegnato alla stampa subito dopo la manifestazione di sabato. Funzioni come la Day Surgery, il Day Hospital, la One Day Surgery, il Day Service e addirittura l’Hospice che fu una proposta proprio di Viti. I comitati non ci avevano neanche pensato all’Hospice, ma ovviamente accettavano con piacere. Tutte queste funzioni richiedono ovviamente dei posti letto oltre a fisiatria e riabilitazione. Ma di questo non c’è più traccia nel documento di Vincenzo Viti. Evidentemente -concludono- deve averci provato, ma non c’è riuscito. E questo fa arrabbiare soprattutto quelli più vicini al Pd, gli elettori e i simpatizzanti di quel partito. Paradossalmente, ma poi neanche tanto, sono proprio loro a chiedere ai comitati di andare avanti, di non mollare, di prendere iniziative di lotta più eclatanti e forti. Quel che è certo è che la lotta per ottenere almeno quello che è stato proposto da loro (cioè dallo stesso Pd) andrà avanti con più vigore e che nuove iniziative tutti i giorni per impedire lo smantellamento dell’ultimo residuo di attività medico chirurgiche».

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