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di PARIDE LEPORACE
Ringraziamo gli amici dell’Assostampa di Basilicata per aver difeso la nostra autonomia dalla spassosa iniziativa del consigliere regionale Ernesto Navazio che furbamente ha chiesto la sede sindacale dei giornalisti senza informarli di dover tenere 218727un’iniziativa contro un giornale. Il nostro. Lo stile di Navazio è questo. Cari amici di Assostampa e lettori che ci avete dato sostegno in queste ore potete stare tranquilli. Siamo autonomi. Il consigliere regionale di “Io amo la Lucania” invece di chiedere diritto di replica sulla compravendita a basso costo di un terreno dell’Asi (come sostengono i revisori dei conti) parla di cinema ed evita il Monopoli a beneficio di grande distribuzione. Invece di spiegare come la terza città della Basilicata da lui amministrata per anni sia l’unica abitata da una feroce e violenta criminalità organizzata cerca di spostare la discussione sui film. Se di pellicole vogliamo parlare Navazio ricorda il personaggio de “Il moralista” interpretato da Alberto Sordi, implacabile censore e integerrimo segretario dell’Ufficio internazionale della moralità, che era in realtà il capo di un’organizzazione di night. Sordi nel film la faceva franca perché aveva raccolto prove sufficienti a ricattare tutti.
Nel nostro caso il consigliere non potrà mai trovarsi nella condizione né di ricattare me né il Quotidiano della Basilicata. Navazio tira la pietra e nasconde la mano. Sia più diretto. Navazio vuole sapere se secondo me serve la Film commission in Basilicata? Serve, eccome.
Vuole sapere se ne ho parlato con il presidente De Filippo? Non solo ne ho parlato ma se l’argomento è nel programma elettorale credo sia anche frutto dei ragionamenti che abbiamo fatto.
Vuole sapere se mi piacerebbe dirigerla? Mi piacerebbe, non poco. Molto.
Vuole sapere se la nomina riguarda me? Ne sarei onorato.
Vuole sapere se lascerei il giornale in caso di nomina? Ha deciso di sostituirsi al mio editore Navazio? O Navazio rappresenta gl’interessi di un editore mio concorrente?
Vuole sapere il mio parere sui compensi? A mio avviso è anche poco e comunque non sono un dirigente regionale e non faccio delibere.
Vuole sapere se ho meriti e competenze? Evito l’elenco per non annoiare i lettori.
Vuole sapere se la cosa è nei miei pensieri? No.
Vuole per caso ancora sapere se mi piacerebbe diventare uno sceneggiatore, uno
scrittore, un poeta, vuole sapere se voglio cambiare città, dirigere un
altro giornale, candidarmi alle prossime elezioni? Quali altre mie intenzioni vuole conoscere Navazio?
E già che ci siamo, vuole sapere se era vero che il caporedattore di questo giornale e il cronista politico dovevano diventare addetti stampa alla Provincia di Potenza? Non era vero, ma proprio per niente, eppure della cosa erano tutti certi.
Detto questo spieghi piuttosto Navazio i fatti che lo riguardano visto che di fatti parliamo, suoi, non miei. Comodo voler far apparire che pubblichiamo notizie per ritorsione. Ritorsione di che, poi? Per aver espresso una critica verso la film commission? Se vuole gli giriamo gli interrogatori di D’Amato.
Verifichi con il giornalista Magdi Allam se ci sono notizie che andavano pubblicate o no. Lasci stare il mestiere di giornalista, Navazio e si concentri sul merito delle risposte che deve
fornire. Se vuole. Ma visto che ultimamente gli interessa molto il cinema consiglio a Navazio di guardarsi un film di Francesco Rosi, intellettuale meridionale e socialista. Si chiama “Le mani sulla città” e racconta di un consigliere comunale a Napoli che vuol diventare assessore, cambierà partito, sarà eletto e potrà tranquillamente cambiare le destinazioni d’uso dell’urbanistica. E’ un film che ha insegnato molto a diverse generazioni di cronisti italiani. Purtroppo non so cosa ha insegnato a certa politica.

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