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Un clamoroso ritrovamento a Potenza. Si tratta di due meravigliosi dipinti di Francois Clouet, recuperati in collezione Camardelli. A darne notizia il Museo delle Antiche Genti di Vaglio, nei mesi scorsi, assurto agli onori della cronaca per un’altra eccezionale scoperta: la tavola di un autoritratto di Leonardo da Vinci, che ha scatenato l’interesse di esperti di arte di tutto il mondo. Insieme a questo nuovo ritrovamento, il Museo annuncia, inolte, la proroga fino al 20 febbraio 2011 della mostra “E’ Rinascimento: Leonardo, Donatello e Raffaello capolavori a confronto”. L’evento, coinvolge le più rappresentative figure del Rinascimento italiano: Leonardo, Donatello, Raffaello, Bandinelli e Clouet, attraverso un percorso didattico d’intenso significato scientifico. E’ proprio nel piccolo museo lucano che è possibile ammirare: la piccola tavoletta raffigurante “La predica del Battista” , direttamente desunta dalla analoga predella della “Pala Ansidei” attualmente a Windsor; la maestosa terracotta rappresentante “La Vergine con bambino seduta sul faldistorio”, prodotta dalla grande mano di Donatello; uno dei più rappresentativi e celebri volti della Storia dell’Arte: Baccio Bandinelli. Un inedito foglio proposto alla critica come autoritratto del celebre artista fiorentino, con l’inserimento di due straordinarie pitture dal profondo significato storico: una coppia di ritratti raffiguranti i Re di Francia, Enrico II e Francesco II di Valois. Queste due spettacolari opere, tradizionalmente ascritte a Francois Clouet (1515-1572) e probabilmente realizzate per essere collocate tra la galleria dei ritratti dei reali di Francia, sono state ultimamente rintracciate nella collezione Camardelli di Potenza, che ne ha offerta la pubblica visione. Questo straordinario ritrovamento, costituisce un avvenimento clamoroso e merita di essere ricordato nel tempo come momento storico e singolare. Francois Clouet, celebre ritrattista della Corona di Francia (tema alla base della sua vocazione artistica), ispirò la famosa “Donna in bagno” (conservata alla Galleria Nazionale di Washington), alla tradizionale “Gioconda nuda”, in quel tempo largamente diffusa tra i seguaci leonardeschi. L’eccezionalità di questo ritrovamento rappresenta la sintesi della ricchezza di un patrimonio culturale largamente sconosciuto e costituisce un esempio del recupero di un linguaggio artistico pregno di contenuti filosofici.

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