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di SANDRO PRINCIPE
Dieci anni di lavoro politico e istituzionale, studi di fattibilità, progetti, protocolli d’intesa, che hanno visto protagonista tutta la filiera istituzionale, dai Comuni alla Regione, passando per gli Atenei di Arcavacata e di Germaneto, rischiano di andare in fumo. Con Giacomo Mancini, verso la fine degli anni Novanta, coltivammo l’idea di legare Cosenza, Rende e l’Unical, con un sistema di trasporto di massa, per consentire, a un tempo, una efficiente mobilità nell’area urbana di Cosenza e la liberazione del tessuto cittadino dalla asfissiante presenza delle automobili. Il Protocollo d’intesa tra i Comuni di Cosenza e Rende, che i due consigli comunali hanno approvato nello stesso giorno, recepiva lo studio di fattibilità della metropolitana leggera e faceva segnare un primo punto di arrivo per un dibattito iniziato i primi anni Ottanta. Seguì l’impegno della Regione, attraverso l’onorevole Misiti, allora assessore ai Lavori pubblici, per finanziare il progetto. Finalmente, dopo un pressing durato qualche anno, si pervenne alla fase di progettazione. Nel frattempo, anche la città di Catanzaro, per l’impegno della sua amministrazione, egregiamente guidata da Rosario Olivo, seguiva lo stesso percorso per realizzare una metropolitana leggera che unisse il capoluogo di regione all’Ateneo di Germaneto. In tale fase, interessato alla questione sin dal 1982, da sindaco di Rende, mi preoccupai di chiamare l’ingegner Bertinulli, che coordinava il pool di progettisti, pregandolo di valutare se il sistema di trasporto metropolitano potesse utilizzare le modalità del ferro e lo scartamento ridotto; tutto ciò per fare in modo che la Presila e il Savuto, attraverso le Ferrovie della Calabria, potessero collegarsi all’Unical e, in prospettiva, per creare, dopo aver ripristinato la tratta Cosenza-Catanzaro delle medesime ferrovie, un sistema di trasporto su ferro che legasse Arcavacata a Germaneto, cioè l’Unical alla Magna Graecia, passando per le città di Cosenza e Catanzaro. Redatti i progetti per le due metropolitane leggere, con la previsione, per come si diceva, dello scartamento ridotto per rendere sinergiche le due infrastrutture, si arrivò finalmente al finanziamento delle opere con la firma di due convenzioni: 1) tra la Regione Calabria, guidata dal presidente Agazio Loiero, la Provincia di Cosenza, il Comune di Cosenza, il Comune di Rende e l’Unical, per la metropolitana Cosenza-Rende-Unical; 2) tra la Regione, la Provincia di Catanzaro, il Comune di Catanzaro e le Ferrovie della Calabria per la metropolitana Catanzaro-Germaneto. La metropolitana Cosenza-Rende-Unical, per un importo di 130 milioni di euro e la metropolitana Catanzaro-Germaneto, per un importo di 115 milioni di euro, venivano finanziate, in parte con fondi Fers del Por 2007/2013, in parte con fondi Par-Fas e con una piccola quota di cofinanziamento delle istituzioni locali. Appare del tutto evidente che il blocco dei fondi Par-Fas non consentirà alle amministrazioni interessate di procedere all’appalto delle opere, rendendo così vano il lavoro, di oltre un decennio, di programmazione, di progettazione e di reperimento delle relative risorse, per la realizzazione delle due importantissime infrastrutture. E’ giunto, pertanto, il tempo per il presidente Scopelliti di far sentire con forza la sua voce presso il Governo di Roma, per risolvere questa incresciosa situazione che blocca la costruzione dei sistemi di trasporto metropolitani, unitamente a tante altre importanti opere. Siamo convinti, infatti, che quando la Calabria e le sue istituzioni fanno il proprio dovere, il Governo di Roma deve svolgere un ruolo di sostegno e non di gretta interdizione. Spetta in primo luogo al governo regionale evidenziare le iniziative positive, difendendone la fattibilità presso le istituzioni centrali, perché in questo modo si fanno i legittimi interessi della Calabria.

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