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Pietro Salvatore Mollo detenuto in regime di 41 bis nel supercarcere di Preturo (L’Aquila), a seguito dell’inchiesta “Santa Tecla”, si è suicidato ed il cadavere è stato scoperto gli agenti della polizia penitenziaria. Mollo, 41 anni, padre di due figli di 20 e 17 anni (con la prima moglie), avrebbe utilizzato una sorta di “laccio”, ricavato dai suoi indumenti, poi un nodo alla griglia del finestrino, infine la tragica scelta di abbandonarsi alla morte. Secondo quanto trapela, la pista prevalente sarebbe quella del suicidio.
Ci aveva provato in passato più volte, senza riuscire nell’intento, ma questa volta però, l’isolamento lo ha aiutato nell’incredibile obiettivo di farla finita. I familiari dell’uomo, attraverso i propri legali, hanno chiesto che venga eseguito l’esame autoptico sul corpo, al fine di cogliere le ragioni che hanno causato la morte.
Mollo viveva in contrada Cannata a Corigliano Calabro (Cs) e sulla sua testa pendeva una sentenza di condanna di primo grado, con l’imputazione di estorsione. E’ coinvolto in procedimenti analoghi in altre vicende giudiziarie, poi la vicenda che lo porterà al “41 bis”: l’inchiesta “Santa Tecla” del 21 luglio scorso. Qui è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, e narcotraffico. Il suo legale di fiducia Ettore Zagarese a caldo, appena appresa la notizia dichiara: «Con amarezza debbo constatare che Salvatore Mollo ha dimostrato, pagando con la propria vita, di essere davvero malato. Sono tre anni che noi difensori, unitamente ai familiari, invocavamo una valutazione delle sue condizioni di salute, denunciando come queste fossero incompatibili con il regime carcerario. I fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Posso solo dire che la famiglia è distrutta e non lascerà nulla al caso per accertare eventuali responsabilità da parte di chi ha trattato con leggerezza la vita del proprio congiunto». I familiari vogliono vederci chiaro, capire cosa sia accaduto, sondare i livelli di sicurezza del carcere. Mollo era il cugino di Vincenzo Campana, ucciso insieme a Vincenzo Fabbricatore, il 25 marzo del 2002 in un plateale agguato lungo la 106 jonica, in contrada Salice, e cognato di Arcangelo Conocchia, Vincenzo Guidi e Sandro Marrazzo (tre soggetti coinvolti a vario titolo in inchieste giudiziarie). La tipologia di morte di Mollo dimostra che in fondo era una personalità fragile.

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