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di ALBERTO VIRGILIO LA POESIA è senz’altro una delle forme d’arte più raffinate perchè si fonda sulla immaginazione, sul sentimento, sulla bellezza del creato, su ogni evento piccolo o grande , che trasmetta un messaggio estetico. Il poeta ha l’ascolto dell’infinito , coglie sensazioni , emozioni , fenomeni di allucinazione lirica, e li trasferisce in forma perenne sul piano universale per tramite della parola sinteticamente elaborata, Per queste caratteristiche la sua voce resta nel tempo come espressione di stati d’animo e di godimento, di partecipazione, di gioia e perfino di sofferenza. Il nome dei poeti di tutti i tempi resta per tale motivo impresso nella memoria di ogni generazione quale punto di riferimento indelebile di momenti di esaltazione dello spirito. E’ un fenomeno che avviene a preferenza del ricordo di altri personaggi che, operando in settori diversi, hanno anch’essi conferito onore alla propria terra. Non è facile individuare i connotati salienti della poesia, di quella autentica e perenne. Si può soltanto cercare di indicarne alcuni aspetti, che valgano a farne percepire l’essenza e la funzione nel contesto storico di tutti i tempi. Possiamo così ritenere che la poesia consiste in uno slancio dello spirito e della fantasia che non si presta a nessuna definizione di natura descrittiva. In ogni tempo essa ha infatti quasi misteriosamente svolto il suo ruolo insostituibile sulla sensibilità dell’uomo. La grande miniera da cui attinge i suoi stimoli comprende una varietà immensa di situazioni e di stati d’animo che sfugge a qualsiasi catalogazione uniforme o semplicemente esemplificativa. Oltre allo strumento della parola come sistema di trasmissione del messaggio insito in ogni componimento che possa definirsi poetico, non riesco a individuare altri elementi comuni nel vastissimo panorama offerto da quell’energia intuitiva-creativa nella quale consiste e si estrinseca l’arte dei poeti. Questa capacità di trasmettere emozioni e sensazioni, a volte esaltanti e altre volte di pura meditazione sull’angoscia esistenziale, si è in ogni tempo avvalsa di forme diverse ma si è sempre rifiutata di indossare vestiti preconfezionati nella struttura della scansione ritmica o della cosiddetta musicalità dei versi. A conferma di ciò è sufficiente ricordare il fascino che tuttora suscitano i lirici greci o le poesie dell’antica Cina e dell’Egitto (risalenti a millenni prima dell’era cristiana) e alla loro perdurante efficacia sulla sensibilità umana. Il ricorso alle numerose tipologie pragmatiche per designare i mutamenti di contenuto e di forma della poesia nel volgere del tempo (classicismo , crepuscolarismo, futurismo, ermetismo , post-ermetismo, sperimentalismo ecc.) si è sempre rivelato superfluo e sostanzialmente sterile perchè non ha tenuto conto che ogni poesia ha il suo volto particolare, una propria forza di pressione sulla coscienza collettiva, senza alcuna possibilità concreta di essere classificata in schemi razionalmente plausibili. La poesia è stata sempre contrassegnata da un “quid” peculiare ed armonioso, dalla sua costante tendenza verso l’infinito e l’indefinito. Sotto forma di ode o di sonetto, di ritmi liberi o soggetti alle regole della metrica e della rima , essa è correlata unicamente a una visione inebriante ma sovente anche amara della condizione umana, al mistero che avvolge l’universo, alla bellezza del cosmo e alle profondità dell’anima. La sua suggestione si misura infatti dalla valenza perenne che possiede per suscitare emozioni estetiche che non subiscano l’usura del tempo. Parlo ovviamente della poesia autentica, che si differenzia da quella elaborata dai semplici “verseggiatori”, i quali rappresentano una sottospecie destinata inesorabilmente al tramonto. Nella poesia convergono in definitiva i moti del sentimento, i voli dell’immaginazione, il canto della natura, la musica del cuore, la voce della solitudine. Ritengo inoltre che il poeta sia un interlocutore privilegiato dell’universo, nel cui panorama variegato sappia cogliere palpiti segreti, sorrisi reconditi, tormenti, attese, speranze, illusioni e delusioni, gioia e dolore, insomma tutte le esaltazioni e i tormenti che assillano l’umanità. La poesia nasce spontaneamente come l’acqua sorgiva sgorga dalla roccia e trasmette il suo brivido che corre per fili ignoti , alla stessa maniera dell’energia elettrica, la quale illumina e riscalda o si infrange nel bagliore del fulmine. Refrattario a ogni sistema, il poeta può essere considerato il “notaio” della natura, di cui riesce a interpretare la recondita armonia nelle sue imprevedibili manifestazioni, trasferendo sul piano universale, “sub specie aeternitatis”, la sua incomparabile magìa. Sui motivi che alimentano l’estro del poeta non è possibile delineare alcuna elencazione. Ogni evento può infatti sollecitare la sensibilità del poeta, come la gioia e il dolore, il sentimento dell’amore e degli affetti, il cielo stellato o l’urlo della tempesta, il verde della primavera o la malinconia dell’autunno, il silenzio della notte o il rumore del giorno, il volo delle rondini o il canto dell’usignuolo, perfino la semplice contemplazione di un filo d’erba che cresce nel prato. Tutti questi stimoli si trasformano nella percezione del poeta in motivi di canto e di godimento. L’attività dei critici letterari mira appunto a penetrare nelle più nascoste pieghe dell’anima del poeta per metterne in evidenza, mediante l’esame obiettivo dei versi, la connotazione onirica che si cela sotto ogni componimento. La poesia appartiene dunque alle esigenze dell’umanità, come è sempre stato in tutte le epoche della storia, anche se in alcuni momenti appare emarginata o soffocata dalla prevalenza della scienza e della tecnica. Oggi non sono pochi a sostenere che la poesia è morta o moribonda nel clima di esplosione della tecnologia in ogni settore della comunità sociale. Ma la sopravvivenza della sublime espressione dell’arte che si chiama poesia non può essere posta in dubbio perchè essa ha la stessa capacità di risurrezione della Fenice, cioè quella di rinascere dalle sue ceneri. Senza poeti o con indifferenza verso i poeti il mondo sarebbe sicuramente più povero! La società, ogni società, ha in conclusione bisogno della poesia perchè essa contribuisce anche a promuovere lo sviluppo sociale. Non è senza ragione che i poeti furono definiti anche come legislatori occulti del genere umano perchè preparano il clima adatto per orientare perfino l’opera del legislatore!

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