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POTENZA – Prima le lettere minatorie con due o tre proiettili come «allegato», poi una testa di agnello sul sedile dell’auto, la notte scorsa un colpo di pistola proprio contro la vettura, in autostrada: «Sono vivo per miracolo», racconta qualche ora dopo, il giornalista di Televideo Rai, Nello Rega, autore di «Diversi e divisi», libro sulla convivenza fra islamici e cristiani, per il quale sono state decise misure di protezione (un’auto e un agente armato). Dal 24 settembre 2009 (data della prima busta con proiettili recapitata al giornalista, minacciato sia a Potenza sia a Roma) alla notte scorsa, quando qualcuno ha sparato all’auto del giornalista a pochi chilometri da Potenza, mandando in frantumi un finestrino posteriore (“qualche centimetro più in là e sarei stato colpito alla testa», dice lui), Nello Rega è finito nel mirino di qualcuno: secondo lui, si tratta di veri e propri terroristi islamici, disturbati dall’analisi fatta nel suo libro, ad esempio sulla discriminazione delle donne islamiche; gli investigatori sono più cauti e pensano che forse lettere, testa di agnello nell’auto (il 27 novembre 2009, a Potenza), proiettili e ora lo sparo possano non essere collegati al radicalismo islamico o alla pubblicazione del libro «Diversi e divisi». Proprio il ritrovamento della testa di agnello sarebbe un gesto più vicino al modo di fare della criminalità che dell’estremismo islamico. Ad ogni modo, stamani, poche ore dopo «l’agguato» – come lo definisce lo stesso giornalista – le misure di protezione a sua tutela sono state aumentate dal comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, riunito a Potenza. A Rega è stata assegnata un’auto con almeno un agente armato: in termini tecnici, una protezione di «quarto livello». Il fatto è avvenuto oltre un’ora dopo mezzanotte, secondo il racconto che lo stesso Rega ha fatto ai Carabinieri. Finita una cena con alcuni amici, nel Materano, il giornalista è salito sulla sua automobile per tornare a Potenza. Ormai vicino al capoluogo, è stato prima quasi speronato da un’altra auto che poi ha affiancato la sua: «Ho visto qualcuno impugnare una pistola – racconta – e un attimo dopo, mentre acceleravo per scappare, ho sentito un colpo e il finestrino disintegrarsi. Ho temuto di morire». Giunto in città, Rega ha avvertito Polizia e Carabinieri: i tecnici dell’Arma stanno facendo accertamenti sulla vettura del giornalista, partendo dal finestrino e da alcuni segni che lasciano pensare ad un urto. In mattinata, Nello Rega ha attaccato con durezza: «Chi ha sottovalutato il pericolo che correvo ora deve fare un esame di coscienza», ha detto, non senza una vena polemica, considerato che aveva chiesto una scorta già da tempo. In poche ore, però, il giornalista ha avuto la solidarietà degli organi della categoria, professionale e sindacali, quella dei colleghi (come il direttore di Televideo Rai, Antonio Bagnardi) e quella di numerosi esponenti politici, come il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, e il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo. Tutti hanno chiesto un’adeguata protezione per il giornalista. Nel pomeriggio, Rega ha ringraziato il comitato attraverso il questore di Potenza, Romolo Panico, che lo ha incontrato per illustrargli i contenuti della decisione relativa alla protezione.

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