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ROMA – “L’unione fa la forza”, il detto, sempre verde, vale soprattutto in tempi di crisi economica come questi. Se è vero, come rilevato da una recente analisi di Confcommercio, che nel biennio 2008-2009 i consumi delle famiglie italiane hanno fatto un salto all’indietro tornando ai livelli precedenti il 1999, è vero anche che le difficoltà economiche favoriscono l’emergere di nuove forme e iniziative di consumo come quelle basate appunto sulla cooperazione-condivisione.

Un trend comportamentale in crescita fotografato dalla diciassettesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli nelle regioni italiane, presentata ieri mattina a Roma. Tra le iniziative che hanno trovato terreno più fertile e costituiscono oggi un modo diverso delle famiglie di porsi nei confronti dei consumi ci sono, ad esempio, lo scambio di competenze e servizi, quel progetto noto, nelle sue forme più organizzate come “banca del tempo”; o ancora il “car pooling”, ossia la condivisione dell’auto per effettuare in gruppo degli spostamenti e poter così suddividere le spese; prendono poi sempre più piede i cosiddetti GAS, gruppi d’acquisto solidale, cioè gruppi di persone che si mettono insieme per creare un canale diretto tra chi produce e chi consuma cercando di evitare i passaggi intermedi della distribuzione.

Tendenze nazionali che si riscontrano anche in Basilicata. La ricerca di Findomestic osserva in particolare come le famiglie lucane, in questo attuale contesto di precarietà, “sono intenzionate a continuare ad acquistare ma sono consapevoli che occorra farlo con maggiore prudenza e dopo essersi informate adeguatamente senza abbandonarsi alle emozioni”, cercando quindi modalità aggreganti che consentano di risparmiare senza rinunciare alla qualità. Guardando al microscopio il comportamento dei consumatori lucani Findomestic rileva che nel 2010 le famiglie hanno speso in media 1881 euro per i beni durevoli (auto, elettrodomestici, mobili, informatica), 644 euro in meno a famiglia rispetto alla media italiana. Le tabelle stilate dall’Osservatorio collocano la regione sempre agli ultimi posti delle classifiche, accompagnata spesso da Molise e Val d’Aosta.

Il settore più penalizzato è stato quello della mobilità con -12.9% di spesa per le auto nuove, -4.7% per l’usato e -16.5% per i motoveicoli, un comparto che sconta l’esaurimento dell’effetto degli incentivi che l’anno scorso aveva risvegliato il mercato. Nonostante la contrazione è comunque l’acquisto di auto e moto la voce che incide maggiormente sui bilanci delle famiglie lucane per un totale di 114 milioni di euro spesi per l’acquisto di auto nuove. Un altro settore poi che segna una battuta d’arresto è quello informatico dove la spesa è calata del 3.1%. L’introduzione ad aprile degli incentivi per la sostituzione di alcune tipologie di elettrodomestici ha, invece, prodotto buoni risultati in questo settore.

In particolare la spesa delle famiglie lucane per lavatrici, frigoriferi ecc. è aumentata ad un ritmo superiore alla media nazionale (7.4% rispetto al 4.7%) con buone performance anche per l’acquisto dei grandi elettrodomestici (7.5% rispetto all’8.8% nazionale). In crescita, del 3%, anche la spesa per i mobili. Potenza è la provincia in cui si hanno consumi maggiori in tutti i settori ed è sempre il capoluogo a registrare il reddito procapite più alto: 14.372 euro rispetto ai 13.930 di Matera. Dati che posizionano il territorio lucano sopra la media del Mezzogiorno (13.112 euro per abitante) ma di 3.431 euro sotto la media nazionale, pari a 17.650 euro. Nel complesso secondo l’Osservatorio Findomestic nel 2010 l’economia lucana, pur registrando complessivamente una tenuta delle attività economiche, stenta però a intraprendere quel percorso di ripresa su cui si sono avviate, anche se a velocità diverse, alcune regioni del Centro-Nord e del Meridione.

Manuela Boggia

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