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All’ufficio ticket di via delle Medaglie d’Oro a Cosenza, l’idea del direttore del distretto sanitario, Elio Bozzo, che ha concesso la possibilità di usare una autocertificazione temporanea, ha visto i cittadini interessati, costretti a dover fare una ulteriore fila per ritirare i modelli su cui autocertificare. E in serata la Direzione Generale dell’Asp, guidata dal Commissario straordinario, Franco Maria de Rose, è corsa ai ripari. Il commissario ha disposto «l’immediato trasferimento dell’ufficio esenzione ticket da via delle Medaglie d’Oro presso la nuova sede del Poliambulatorio in via Popilia». Il servizio, informa l’Asp, sarà attivo già da giovedì 13 e «permette di fare fronte alle necessità degli utenti e garantisce una migliore fruizione delle prestazioni in spazi maggiormente idonei. Gli uffici saranno aperti dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 17.30. Gli sportelli saranno operativi anche di sabato, dalle 9 alle 13. Inoltre, sempre al fine di fornire risposte adeguate ai cittadini, gli utenti potranno usufruire del servizio nelle sedi delocalizzate di Mendicino e di Spezzano Sila».
Ma la situazione ticket sta raggiungendo livelli di guardia anche a Rende, comune capofila di un distretto sanitario che serve diversi centri, da Castrolibero a Castiglione e San Pietro in Guarano. Al momento i cittadini sono costretti a fare tre file a tre diversi sportelli e in due diverse zone della città alle prese in particolare con adempimenti burocratici e scartoffie. La soluzione del problema sarebbe l’attivazione di uno sportello unico da ubicare al poliambulatorio di Quattromiglia, dove il cittadino potebbe fare un’unica fila per tre cose insieme, magari anche attraverso il prolungamento dell’orario di apertura alle ore pomeridiane.

A VIBO VALENTIA
Anche a Vibo, la situazione relativa ai ticket sanitari non è da meno. «Ancora una volta si scrive una pagina buia nella sanità vibonese, abituata a lasciare sul campo morti e feriti». A dirlo è la segretaria provinciale della Cgil Donatella Bruni, che parla di gestione aziendale confusa e inadeguata. La vicenda dell’esenzione ticket vede migliaia di persona ai poliambulatori di Moderata Durant in vana attesa di ritirare o consegnare il modulo da compilare secondo le nuove disposizioni ministeriali e regionali. «Questa volta – commenta la Bruni – ad essere ferita è la dignità di migliaia di cittadini, costretti a lunghe attese, a forti disagi (sfociati in rissa, per come riportano i quotidiani di oggi) e soprattutto a districarsi tra le contraddizioni di provvedimenti non chiari e l’inefficienza organizzativa di un’azienda incapace di dare risposte adeguate». Ma, continua aspra l’esponente sindacale, questa non è una novità: «Tutto secondo copione. Infatti, dopo il decreto regionale del 25 ottobre scorso che modificava il precedente regolamento, avevamo previsto il caos che si sarebbe creato sia per il notevole afflusso di utenti che per la difficoltà di interpretazione di un provvedimento per alcuni versi lacunoso ed impreciso, oltre che assolutamente ingiusto». Non aveva invece previsto, la Cgil, che l’Asp «candidamente, avrebbe tentato di scaricare a noi, ai nostri patronati e ai nostri Caf le incombenze di competenza dei suoi uffici, con il maldestro tentativo di farsi togliere dagli altri le “castagne dal fuoco”. E così, insieme agli uffici ticket, ieri ed oggi anche le nostre sedi sono state prese d’assalto da furibondi cittadini che venivano “dirottati” a noi dagli operatori dell’azienda». Un modo di agire ritenuto inaccettabile, la Cgil non è disponibile a rendersi complice di «una gestione confusa e inadeguata, che penalizza sempre le fasce più deboli». A questo si è giunto, prosegue la Bruni, per precise responsabilità della giunta regionale il cui operato sulla vicenda ticket la Cgil non ha affatto condiviso, nel metodo e nel merito: «Le nuove regole penalizzano molti nuclei familiari precedentemente esonerati, l’abbandono della certificazione Isee quale strumento di calcolo del reddito creerà forti ingiustizie e sperequazioni, lasciando scoperte le fasce più disagiate, a basso reddito e gli inoccupati. Il presidente della Regione ed i suoi colonnelli sul territorio non possono pensare di far ricadere sugli incolpevoli cittadini la loro necessità di fare bella figura con il governo, dimostrando l’efficienza e la tempestività della “cura Scopelliti”. Anche perché, poi – conclude caustica Donatella Bruni – qualcuno dovrà sanare tutti i mali che questa affrettata cura produrrà in una realtà sociale già debole e compromessa qual è la nostra».

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