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di GIOVANNI PERRI*
L’allarme diossina su uova, latte ed altri prodotti lattiero-caseari che sta dilagando in questi giorni in Germania ed in Europa, evidenzia la necessità di garantire ai consumatori qualità e sicurezza alimentare. Nel contempo, occorre penalizzare severamente gli operatori senza scrupoli che commercializzano ed immettono sul marcato prodotti non sicuri per la salute. Le possibilità conoscitive sui prodotti nutrizionali agro-alimentari viene data da una chiara e corretta “etichettatura”, leggendo la quale si possono distinguere eventuali effetti benefici, il luogo di produzione, le modalità di trasformazione ed i canali distributivi. I consumatori italiani, anche in virtù dell’art. 32 della Costituzione che recita testualmente: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, pretendono di conoscere il grado di sicurezza dei prodotti della catena alimentare che quotidianamente vengono immessi sul mercato per essere consumati ed utilizzati. E’ assolutamente giusto, quindi, che i consumatori vadano alla ricerca di precise garanzie rispetto alla salubrità dei prodotti alimentari che quotidianamente consumano. Le autorità sanitarie sono chiamate ad effettuare i controlli di tracciabilità rispetto alle varie fasi produttive, per individuare, circoscrivere e fronteggiare situazioni ritenute eventualmente anomale. Gli operatori delle filiere alimentari dovranno fornire informazioni chiare, precise e veritiere sull’etichetta posta sui contenitori alimentari per accrescere la sicurezza del consumatore rispetto alle caratteristiche salutistiche ed organolettiche del prodotto che è orientato ad acquistare. Solo in questo modo sarà possibile attivare meccanismi virtuosi di valorizzazione per i prodotti agricoli migliori, tipici e caratteristici di una determinata zona, che potranno così essere più facilmente collocati sui mercati interni ed internazionali. Va sottolineato che la legislazione dell’Unione Europea tende a diventare sempre più stringente verso tali problematiche. Ci conforta il fatto che in Italia si registrano opinioni concordi e condivise tanto da parte dei rappresentanti istituzionali che dei consumatori e dei produttori onesti e leali. In questo contesto sapranno affermarsi i produttori che riusciranno ad attivare iniziative progettuali sostenibili volte a favorire maggiori e migliori livelli produttivi, unitamente alla salvaguardia ed al rafforzamento dei comparti produttivi di qualità tenendo conto delle relative ricadute occupazionali. In Calabria, dove i prodotti tipici e di qualità non mancano, sicuramente si potranno avere ricadute occupazionali rilevanti, anche perché le ottime condizioni climatiche ed ambientali offrono concrete possibilità di migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti. Alla luce di quanto sta succedendo in questi giorni in Germania ed in Europa in materia di “rischio diossina” e della necessità di rinforzare i controlli a beneficio dei produttori onesti, agli imprenditori agricoli calabresi non resta che potenziare e rilanciare la propria attività biologica, soprattutto nelle aree dove sono presenti marchi di origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp), al fine di commercializzare al meglio i propri prodotti ricchi di tradizione e tipicità, dove la qualità e la sicurezza alimentare hanno da sempre costituito orgoglio e vanto dell’agricoltura italiana. In Calabria tutto ciò può avvenire rapidamente, poiché l’impalcatura produttiva agro-alimentare si realizza e materializza in un conteso produttivo non contaminato da fonti di inquinamento di falde acquifere, con terreni caratterizzati da buona fertilità agronomica ed eccellenze climatiche, dove le interconnessioni tra prodotti agricoli, ambiente, produzioni animali e vegetali, salute, benessere ed economia agricola sono così forti da poter portare alla ribalta nazionale ed europea le eccellenze produttive di cui è ricco il territorio.
*Agronomo

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