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COSENZA – La scossa di terremoto che nella notte ha colpito l’area del Pollino è stata avvertita dalla Sicilia al Molise. Il maggior numero di segnalazioni arrivate all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) proviene dal comune di Rende, in provincia di Cosenza, poi da Napoli e Cosenza. Le segnalazioni vengono raccolte tramite il sito internet “Hai sentito il terremoto” dell’Ingv, nato per monitorare in tempo reale gli effetti dei terremoti italiani e per informare la popolazione sull’attività sismica. La sua realizzazione, spiega l’Ingv, è resa possibile grazie al contributo di ogni persona che, compilando un questionario online descrive la propria esperienza. Molte segnalazioni al sito sono arrivate anche da Salerno e dalle aree di Potenza e Matera. Ma il terremoto è stato avvertito dalla popolazione anche dalle provincie di Catania e Messina fino a quelle di Isernia e Campobasso da dove arrivano anche diverse segnalazioni. 

Molti questionari sono stati inviati anche dalla provincia di Foggia, soprattutto dal Gargano, in Puglia il terremoto è stato avvertito fino a Lecce. Nel complesso il terremoto è stato avvertito da parte della Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata e parte del Molise. I dati dei questionari vengono utilizzati dall’Ingv per compilare delle mappe dei risentimenti dei terremoti si aggiornano ogni volta che è compilato un nuovo questionario. 

Nel frattempo, nel corso della giornata odierna sono state registrate poco meno di cinquanta scosse di magnitudo comprese tra 2 e 2.8 gradi di magnitudo (con l’esclusione ovviamente della scossa da 5.0 magnitudo e di quella da 3,3 che sono state registrate questa notte).

Nella zona del Pollino è in atto da due anni una sequenza sismica nella quale periodi di attività frequente si alternano a periodi di relativa calma. In quest’area al confine tra la Calabria e la Basilicata si è registrata recentemente una ripresa dell’attività sismica, tanto che solo nel periodo compreso fra il primo e il 4 ottobre, rende l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv),  sono stati registrati almeno 122 eventi, 105 dei quali di magnitudo minore di 2.0, 14 di magnitudo tra 2.0 e 3.0, 3 di magnitudo tra 3.0 e 4.0. L’Ingv, rileva lo stesso ente, «sta seguendo l’evoluzione di questa sequenza dal suo inizio e ha avviato una serie di attività e di progetti per comprendere meglio quanto sta accadendo in quell’area e per contribuire alla diffusione delle informazioni e alla riduzione del rischio sismico».   

Negli ultimi due anni, in collaborazione con il dipartimento di Fisica dell’università della Calabria, l’Ingv ha potenziato la rete sismica di monitoraggio nel Pollino per migliorare le localizzazioni anche dei piccoli terremoti ed ha installato una nuova stazione della rete sismica nazionale più tre stazioni temporanee collegate con la sala sismica. 

La zona colpita è «una delle aree a più alta pericolosità sismica», osserva il funzionario di sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Rita Di Giovambattista. L’area nella quale è avvenuto il terremoto è, infatti, classificata nella zona 1 della mappa di pericolosità sismica.

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