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Caro giornalista, arrenditi o evolvi, scrive Giuseppe. E aggiunge: «Io condivido un certo pessimismo sui giornali. Ma non sono così pessimista sul giornalismo. Bisogna cominciare a pensare la professione in modo diverso, bisogna adattarsi al mondo che cambia, ma di giornalismo -soprattutto di buon giornalismo- c’è e ci sarà sempre bisogno”. Incoraggiante. Il pezzo merita una lettura».

Scrivo questo perchè ogni giorno governo una transizione tra passato e futuro e con molti miei colleghi ci scambiamo messaggi di resistenza. Dirigo un giornale nella fase di massima accelerazione verso il cambiamento senza essere nativo digitale.

Una condizione molto diffusa, che riguarda anche gli editori. Su questo, magari, se ti interessa approfondire, puoi dare a un’occhiata a quello che scrive Rick Edmonds su Poynter How many top newspaper editors are from digital backgrounds? Still darn few

 

Eppure, sebbene sia convinta ormai di essere su una strada senza ritorno e, soprattutto, senza passato, c’è una cosa che avrei voluto dire a Giuseppe mentre stamattina lo sentivo parlare qui in redazione. A ben sentire, è questo il vero motivo del post. «C’è bisogno di stile per scrivere in Rete» ci suggeriva. E io ho pensato a quel prontuario per redattori, corrispondenti e collaboratori del Quotidiano scritto da Ennio Simeone. A sua volta replicava il prontuario scritto da Silvano Rizza per Paese Sera. Già, solo le categorie usate “redattori , corrispondenti e collaboratori”, mi porta indietro di un secolo. Era appena il 2002. Sono andata e prenderlo. Ho trovato una lista. Eccola:

  • Redigere i pezzi in forma semplice, comprensibile a tutti
  • Non sempre è utile iniziare un pezzo con la regola delle cinque w, si può esordire con un flash su un particolare che attrae il lettore
  • Non anticipare subito il proprio punto di vista
  • Verificare sempre l’attendibilità e l’autenticità della fonte
  • In particolare per la cronaca nera si raccomanda il masimo rigore che consiste innanzitutto nel rispetto di chi ne è protagonista o vittima
  • Evitare eccessivi entusiasmi o scoraggianti demolizioni per gli articoli culturali e per i resoconti sportivi. Un giornale non può e non deve mai trasformarsi in un tifoso. La sua forza consiste nella sua credibilità, nella sua affidabilità
  • Il Quotidiano sarà aperto a tutti i contributi culturali e politici, senza alcuna distinzione, anzi li solleciterà. Ma chiede il rispetto di due sole condizioni: brevità e rispetto delle norme del codice penale e delle regole di civile convivenza
  • Concedere il diritto di replica
  • Adoperare uno stile sereno nella titolazione
  • Fare un uso molto attento delle foto che non dovranno mai servire come elemento grafico per “macchiare” una pagina ma dovranno obbedire sempre ad almeno una delle seguenti esigenze:
  1. documentare una situazione o un fatto narrato nell’articolo
  2. fornire di per sé una informazione. Molto importante è dare a esso uno spazio adeguato e un taglio efficace

 

Ora io ho una grande difficoltà: non potrò mai linkarti il prontuario del Quotidiano. Ma, credimi, a rileggerlo io mi sento molto rincuorata. Parto da una buona base, non credi?

 

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