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POTENZA – «Non fatemi fare questa battaglia da solo. Siate al mio fianco». Un invito rivolto a tutti, ma soprattutto ai parlamentari, e in generale agli esponenti politici lucani a Roma. Perchè la causa lucana per portare le royalty del petrolio fuori dal patto di stabilità, presto arriverà sui tavoli nazionali. Ed è lì che avrà bisogno di una politica unita, che faccia capire quanto questa volta sia importante andare anche quelle che sono le attuali previsioni normative.
A tutti i rappresentanti istituzionali di casa nostra, Pittella si è appellato direttamente nella conferenza stampa di venerdì scorso, chiedendo il massimo sostegno in quella che lui stesso definisce «la battaglia per la vita della Basilicata».
Dopo gli annunci, è necessario passare al più presto ai fatti. Già martedì il del disegno di legge che sancisce l’esclusione dei proventi delle attività estrattive dal patto di stabilità interno dovrebbe arrivare in Consiglio. E Pittella auspica un via libera all’unanimità dall’aula. Ma l’iter del procedimento per dare ossigeno all’economia lucana, sarà tutt’altro che concluso. E’ molto probabile che la legge regionale, lì dove dovesse essere approvata, sarà impugnata dal Consiglio dei Ministri davanti alla Corte Costituzionale. Ed ecco perché è necessario che, nel frattempo, lo sforamento del patto di stabilità venga affrontato anche sui tavoli romani. Pittella ha già annunciato una lettera al premier Renzi e ai ministri Guidi e Padoan, con cui si preannuncia un dialogo non facile. Già a inizio settimana il documento in cui il presidente si appella alle specificità lucane (la ricca attività estrattiva) per motivare il mancato rispetto delle norme, arriverà su quello stesso tavolo di trattative intraprese ormai da qualche settimana per la rinegoziazione degli accordi con Stato e compagnie del petrolio. Quello ingaggiato è un vero e proprio braccio di ferro. In cui la causa lucana – ha spiegato più volte il governatore in conferenza stampa – ha bisogno di un consenso largo e trasversale. Le reazioni del giorno dopo, da parte dei nostri rappresentanti a Roma sono caratterizzati da qualche scetticismo ma anche da entusiastiche adesioni. Come quella del viceministro agli Interni, Filippo Bubbico che alla redazione del Quotidiano commenta: «Si tratta di una battaglia in linea con quella che Renzi sta portando avanti a livello europeo, per convincere la Germania a sbloccare dal Patto tutte le risorse che riguardano gli investimenti. Quella del presidente Pittella – continua l’ex governatore lucano – è un’iniziativa che personalmente apprezzo molto. E che sono sicuro andrà nella direzione in cui ci sta muovendo a livello nazionale, che soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno deve trovare un fronte compatto».
Stesso entusiasmo che dichiara apertamente il senatore di Scelta civica, Tito Di Maggio, netto sostenitore della linea: è questa la strada giusta. «Condivido in pieno la mossa del presidente – ha commentato ieri – In questo tipo di battaglie ci troverà sempre al suo fianco».
Invita alla prudenza, invece, il deputato di Forza Italia, Cosimo Latronico. «Il tema è aperto, ma è più legato alla rinegoziazione degli accordi Italia-Europa. Punto centrale della nostra campagna elettorale alle europee. Per quanto riguarda lo sforamento annunciato da Pittella, credo che la partita sia estremamente complessa. La Basilicata non è l’unica regione che può rivendicare le proprie specificità. Non sarò certo io a fermare Pittella. Ma non mi troverà su strade che abbiano il solo sapore della demagogia».
Per il senatore del Movimento 5 Stelle, Vito Petrocelli, la questione è ancora più complessa. Sulla necessità di superare l’eccessiva rigidità dei limiti imposti dal patto, «nulla da obiettare», in linea con quella che è la linea del Movimento a Roma. «Ma – aggiunge – a Pittella dico che la rottura non va fatta solo sulle royalty che noi consideriamo “tangenti legalizzate” a tutti gli effetti. Bisogna rompere con le compagnie del petrolio, dire basta alle estrazioni in Basilicata. Il Paese deve puntare su altro».
Assicura sostegno e condivisione il sottosegretario e governatore uscente, Vito De Filippo, che però mette in guardia da quelle che potrebbero essere le dure sanzioni derivanti dalla sforamento del Patto. La vera questione è che serve una legge dello Stato. «E’ necessario – dice l’ex presidente – che Pittella consumi celermente tutti i passaggi istituzionali, chiedendo al più presto un incontro presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e istruendo la causa presso Conferenza delle Regioni. Per far capire realmente che – nonostante, ad oggi, la Basilicata sia tra le regioni a cui, in proporzione, è riconosciuta la quota di stabilità tra le più alte – il ruolo giocato nell’approvvigionamento energetico ci colloca in una posizione diversa».
La data ancora non c’è, ma Pittella ha annunciato a breve un incontro con i parlamentari lucani. «Anche loro – dice – dovranno fare la propria parte».
m.labanca@luedi.it

 

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