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POTENZA – Prima del Covid, esattamente un anno fa, si calcolavano circa 2 milioni e mezzo di famiglie sovrindebitate. A distanza di un anno la situazione è decisamente peggiorata. Le chiusure hanno danneggiato lavoratori dipendenti, che si sono ritrovati con i pochi soldi della cassa integrazione arrivati, tra l’altro, con enorme ritardo. E hanno dato il colpo di grazia a tanti piccoli imprenditori e artigiani, che già con fatica stavano lottando per la sopravvivenza. Mentre le attività erano chiuse, infatti, restavano da pagare fornitori, affitti dei locali, tasse. Sono in tanti a trovarsi “sovraesposti”: pieni di debiti e impossibilitati a riprendere una vita normale.

Ma una strada c’è. Si tratta della strada meno battuta – come spiega Gianmario Bertollo, fondatore di “Legge3.it” – ma «senza voler essere cospirazionisti, semplicemente perché in tanti, anche avvocati e commercialisti, non hanno compreso appieno come la legge 3 del 2012 possa essere la soluzione per tanti cittadini, imprenditori e artigiani che si ritrovano, a un certo punto della loro vita, pieni di debiti. Ed è una soluzione anche per lo Stato che, restituendo dignità a un cittadino, gli permette di rimettersi in gioco e di creare reddito futuro».

Cosa è la legge 3 del 2012?
Quella sanitaria non è stata l’unica emergenza che questo Paese ha dovuto affrontare nell’ultimo decennio. Dopo la crisi mondiale del 2008, infatti, molte aziende si ritrovarono sul lastrico nel giro di pochi mesi. Una situazione drammatica che, purtroppo, portò al suicidio tanti imprenditori e artigiani che, impossibilitati a salvarsi dalla mole di debiti che avevano accumulato, non vedevano altra alternativa che il suicidio. Quella legge è infatti nota anche come legge “salva suicidi”.

E forse in pochi sanno che è ancora valida e permette, se si risponde ai cosiddetti “requisiti di meritevolezza”, di liberarsi dalla parte più consistente di debiti che un cittadino già in difficoltà non riuscirà mai a pagare.
«Proprio nei giorni scorsi – spiega Bertollo – il Tribunale di Mantova ha accolto richiesta presentata dai legali di “Legge3.it”, in difesa di un autotrasportatore che si è trovato esattamente in questa situazione». E ora, invece dei 700.000 euro che pesavano sulla sua testa come una spada di Damocle, «ne dovrà pagare 30.000 e fra quattro anni sarà libero dai debiti».

La storia dell’autotrasportatore mantovano è simile a tante altre che si possono ascoltare parlando con gli imprenditori lucani, quindi vale la pena raccontarla proprio perché possa essere di aiuto.
L’uomo, infatti, aveva una sua attività, un’azienda di autotrasporto con una storia di 30 anni alle spalle. Arriva la crisi del 2008 e le cose cominciano ad andare male. Il cumulo di debiti continua a crescere a tal punto che, nel 2010, decide di chiudere. Per poter garantire un’esistenza dignitosa a se stesso e alla sua famiglia accetta un lavoro da dipendente presso un’altra ditta ma il suo passato non gli dà tregua.

«Le cartelle esattoriali di Equitalia si moltiplicano – racconta Bertollo – e finiscono inevitabilmente per schiacciarlo in una morsa di debiti che l’uomo non riesce più ad onorare. Arriva a un’esposizione di oltre 700.000 euro, impossibili da pagare, anche perché aveva già una parte dello stipendio pignorata da un creditore».
Il lieto fine è arrivato solo in questi giorni, con la decisione del Tribunale di Mantova: «l’uomo metterà a disposizione delle quote parti di immobili ereditati (un dodicesimo) e 450 euro al mese per 4 anni. Anche la parte di stipendio già pignorata da un creditore dovrà essere messa a disposizione della procedura e così fra 4 anni potrà richiedere di essere completamente sdebitato».

La legge, che esiste da nove anni, potrebbe essere ancora più di aiuto oggi, in una situazione decisamente peggiorata. «Non sempre è possibile scrivere un lieto fine come questa volta – conclude Bertollo – ma beneficiand della legge 3 del 2012 si permette a coloro che dimostrano una situazione di sovraindebitamento di stilare un piano di rientro da sottoporre ai creditori e, di restituite così dignità al debitore consentendogli di pagare in rate sostenibili. Per le implicazioni sociali di questa legge sarebbe opportuno che se ne parlasse di più: spiegare in modo chiaro il funzionamento e a chi è rivolta, per evitare storie drammatiche che troppo spesso si impongono all’attenzione della cronaca».

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