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POTENZA – Gli asili nido non solo rappresentano un “lusso” ma costano anche tanto alle famiglie lucane. In Basilicata, infatti, le strutture pubbliche riservati ai bambini da 0 a 2 anni sono non soltanto poche ma pure poco accessibili in termini di costi.

Secondo gli ultimi dati dell’Istat elaborati dall’Iires Cgil delle Marche, infatti, la Basilicata risulta la regione dove le famiglie partecipano di più alla spesa complessiva per i nidi, con oltre il 21 per cento della compartecipazione. Un altro dato negativo sul fronte dell’assistenza all’infanzia e alle famiglie lucane, dove già pesano tanto le difficoltà in particolare per le mamme lavoratrici.

La carenza di strutture per l’infanzia non rappresenta, purtroppo, una novità per la Basilicata, ma sapere che questa è la regione italiana dove grava maggiormente la spesa per le famiglie rispetto agli asili nido sa decisamente di beffa.

Una recente indagine del Centro studi enti locali (Csel) in un’elaborazione per Adnkronos aveva rivelato che sono 15.639 i posti che mancano all’appello negli asili nido di 17 regioni italiane, 244 dei quali in Basilicata, per raggiungere l’obiettivo minimo del 33% di tasso di presa in carica.

«Il dato desolante – avvertiva Csel – è che, sebbene ci sia un bisogno così forte e riconosciuto di aumentare quest’offerta, fondamentale anche ai fini di rendere più facile il reinserimento lavorativo di chi ha dei figli, sono servite addirittura due riaperture dei termini per arrivare a un numero di domande che coprissero l’intero stanziamento previsto dal Piano».

L’avviso per attingere alle risorse stanziate per i nidi dal Pnrr, del 2 dicembre 2021, è stato infatti uno di quelli che ha avuto l’iter più travagliato. Alla data della scadenza del bando, il 28 febbraio, erano giunte richieste per i nidi pari a solo 1,2 circa sui 2,4 disponibili. Il ministero dell’Istruzione ha riaperto quindi i termini fino al 31 marzo ma neanche questo è stato sufficiente. Le domande, seppure aumentate, avevano comunque lasciato sul tavolo 70 milioni di euro.

Da lì la decisione di dare una terza chance, stavolta riservata ai comuni delle Regioni del Mezzogiorno, con priorità a Basilicata, Molise, Sicilia, che avevano presentato meno candidature rispetto al budget che poteva essere loro assegnato. Insomma, ci sono volute due proroghe del bando per spingere i Comuni lucani ad avanzare domande per realizzare asili nido. E manco è bastato. Alla Basilicata, dei circa 195 milioni previsti, ben 96,3 milioni erano stati assegnati proprio all’avviso rivolto ai Comuni per la costruzione, il potenziamento e l’innovazione degli asili nido e altri 11,8 milioni di euro per le scuola dell’infanzia.

«Un’altra occasione persa per la Basilicata, colta solo in minima parte» accusò il segretario generale della Cgil lucana, Angelo Summa, nel giugno scorso. Dopo aver ricostruito i passaggi a vuoto della Basilicata rispetto alla fase “iniziale” del bando, Summa evidenziava nella nota che «per l’Avviso chiuso a fine maggio, sono arrivate complessivamente 74 nuove domande, di cui la Basilicata ha presentato solo ulteriori 9 domande che si aggiungono alle circa 35 del precedente avviso ma con una richiesta finanziaria che rimane al di sotto del 50 per cento delle disponibilità assegnate. Più di 50 milioni di euro non utilizzati».

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