La cittadella universitaria di Salerno
3 minuti per la letturaPOTENZA – C’era una richiesta di interdizione dai pubblici uffici per i 36 ex studenti dell’Università di Salerno, accusati di essersi fatti certificare lauree fasulle da un funzionario amico. Inclusi 9 lucani residenti tra Viggianello, Lauria, Maratea, Marsicovetere e Castelluccio Inferiore. Ma è stata respinta dal gip Maria Zambrano per genericità, dato che gli inquirenti non hanno specificato se abbiano effettivamente incarichi pubblici. Sebbene in rete gli indizi in questo senso non manchino.
E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta condotta dai pm di Salerno per cui da mercoledì sono agli arresti domiciliari un dipendente e un ex dipendente dell’ateneo cittadino.
La notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati anche di un gruppo di ex studenti lucani, pubblicata dal Quotidiano del Sud, ieri ha destato un notevole scalpore. Tanto che tre di loro, i fratelli Lucio, Sergio ed Enrichetta Libonati, di Viggianello, hanno inviato alla redazione foto di alcuni dei loro titoli di studio perché ne fosse attestata, in qualche modo, l’autenticità. Vale a dire: le lauree in Lettere di Lucio e Sergio, datate 2003 e 2005; e quella in Tecniche di laboratorio biomedico di Enrichetta, datata 2009.
I tre fratelli non hanno aggiunto altro quanto agli ulteriori e diversi titoli di studio a loro nome al centro dell’inchiesta delle Fiamme gialle di Salerno. Titoli che risultano certificati, con tanto di stampe, da uno dei funzionari agli arresti, ma sarebbero stati inventati di sana pianta. Ovvero: la laurea in Scienze del governo e dell’amministrazione di Lucio; l’abilitazione all’insegnamento nella scuole secondaria di Sergio; e il master in Direzione delle aziende sanitarie di Enrichetta.
Sul punto, tuttavia, c’era già stato un secco disconoscimento, giovedì, da parte del primo dei fratelli, Lucio, già consigliere provinciale e a sua volta docente a contratto in un altro ateneo universitario. Quella celebre Link Campus University, da cui emersero a sorpresa ben 3 ministri M5s del governo Conte I.
Ieri mattina, pertanto, il Quotidiano ha chiesto a Libonati di commentare come mai in una copia del suo curriculum vitae, emersa nel frattempo dalla rete, si facesse menzione di una laurea in Scienze dell’amministrazione conseguita a Salerno nel 2013. Quesito che il professore di Viggianello ha provato a liquidare accusando un non meglio precisato «ragazzo», che avrebbe integrato il suo curriculum, «visto che mi vede parlare sempre di politica», proprio con quel finto diploma di cui lui ha dichiarato di non sapere nulla.
In realtà proprio il curriculum in questione rischia in qualche modo di aggravare la posizione di Libonati, dal momento che resta custodito negli archivi digitali di un ente pubblico come l’Istituto per la finanza e l’economia locale della Campania, che è emanazione della Regione Campania stessa.
Nel 2017, infatti, il lucano risulta aver ottenuto un incarico dall’Ifel da 3.700 euro per «assistenza tecnica» agli uffici della Regione Campania ed enti collegati in materia di «attuazione della strategia regionale di sviluppo urbano» e raccordo «con la programmazione unitaria» e l’autorità di gestione di uno dei più importanti fondi europei (Fesr). Proprio un incarico del tipo di quelli che secondo il gip Zambrano andrebbero posti a sostegno di un’eventuale misura cautelare di tipo interdittivo.
l.a.
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