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L’area industriale della Valbasento

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«Ultimatum alla Regione per un incontro sulla Valbasento. Altrimenti verrà organizzato un presidio davanti alla sede della giunta». Le segreterie regionali dei sindacati del settore chimico Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, dopo la manifestazione dello scorso 9 aprile a Ferrandina, tornano a sollecitare un piano di rilancio per l’area.

In quella occasione Cgil, Cisl e Uil indicarono quattro priorità per il rilancio della Valbasento: primo, ridurre notevolmente l’aggravio dei costi per il trasporto delle merci; secondo, costruire un accordo tra istituzioni, parti sindacali e datoriali; terzo, realizzare la ZES e la conseguente Zona Franca Doganale; quarto, bonificare i siti di interesse nazionale della Valbasento e di Tito nel rispetto dell’accordo quadro sottoscritto nel 2013. A distanza di un mese i sindacati sono ancora in attesa di una convocazione da parte del governo regionale per avviare la discussione.

E ora arriva l’ultimatum di Filctem, Femca e Uiltec: “O il governo regionale ci convoca in tempi brevi o porteremo i lavoratori, i disoccupati e sindaci della Valbasento sotto la Regione”.
Per l’assessore alle attività produttive del Comune di Ferrandina: «Dopo la prima transizione energetica degli anni sessanta sono maturi i tempi per riproporre un modello nel segno della transizione ecologica. Se il recupero ambientale della Valbasento è di interesse nazionale, dovrà essere di interesse nazionale, oltre che regionale, indirizzare verso quest’area le dovute attenzioni per un rilancio economico e produttivo del territorio.

Fu l’ allora presidente dell’ Eni, Enrico Mattei, il pioniere dell’ avvio di una grande operazione di sviluppo industriale della Valbasento come mai si era potuto immaginare prima, diventando un polo attrattivo e di riferimento per tutto il tessuto economico meridionale. Uno sviluppo che però, già alla fine degli anni settanta cominciò a far emergere i propri limiti; a parte qualche investimento privato, tutto il resto è storia dei giorni nostri.

È fondamentale, oggi più che mai, riprendere quella visione, nel segno di una rinnovata transizione energetica e digitale, che veda nella Valbasento un’ area attrattiva per gli investimenti e una reale opportunità e occasione di sviluppo per le nostre Comunità.

Abbiamo capannoni, servizi, utilities, oltre al personale qualificato, che possono essere valorizzati e incontrare una domanda di investimento. L’istituzione e il funzionamento della Zes e della Zona franca doganale, così come i non più rinviabili interventi di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e della rete viaria interessata dal transito delle merci, tra l’ altro previste nel Pnrr, devono consentire alla Basilicata di uscire dall’isolamento logistico.

L’ auspicio» conclude Zizzamia, «è che, quanto prima, la Regione possa aprire un tavolo di confronto con i territori e le organizzazioni sindacali e datoriali, un tavolo di confronto propositivo e costruttivo, affinché si possa condividere un piano di rilancio che rappresenti una visione strategica di insieme e non “una lista della spesa”, affinché le nuove risorse finanziarie e Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si trasformino in una reale occasione di sviluppo economico e sociale per le nostre Comunità.

Se mancheremo nei tempi e nei modi l’occasione della ripresa, avremo sbagliato noi e compromesso l’avvenire delle future generazioni».

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