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MATERA – Tempi lunghi e imprese preoccupate. L’ossigeno garantito dal governo tarda ad arrivare, le banche non sono ancora pronte e si rischia di rimanere paralizzati fino a maggio almeno. E’ sempre più difficile la soluzione della crisi economica per le imprese sul territorio a causa dell’emergenza legata al coronavirus. E di fatto i provvedimenti del governo al momento non hanno finito per produrre alcun effetto con il rischio che serviranno settimane, forse mesi alle imprese e anche ai lavoratori per vedere dei frutti. Si parla dei “Piccoli prestiti” garantiti fino a 25.000 euro dal Governo per i quali le banche continuano a prendere tempo e ad aspettare.

Ma si parla anche delle anticipazioni di cassa integrazione che sono state richieste e per le quali non sembrano ancora esserci condizioni sufficienti, in più c’è il dato generale che non piace alle imprese soprattutto se confrontato con quello di altre realtà europee e cioè che quelli di cui si parla sono “solamente” dei prestiti a condizioni molto vantaggiose e senza interessi per i primi due anni ma dei prestiti mentre da più parti si è invocato un sostanzioso intervento a fondo perduto sulla scorta di quanto fatto in altre realtà europee per il quale però il governo italiano non sembra pronto.

E’ la sintesi degli umori che si rilevano anche oggi in provincia di Matera e probabilmente in tutta la Basilicata come traspare da un colloquio con alcune organizzazioni di categoria.
“Il rischio concreto è che passi ancora del tempo prima di vedere risorse per le imprese e poi non so chi riuscirà a sopravvivere” spiega Leo Montemurro di Cna, “far fronte alle difficoltà che ci sono richiede soprattutto degli interventi tempestivi mentre qui il rischio concreto è che passino ancora diverse settimane prima che qualcosa si muova anche sotto il profilo economico”.

PRESTITI – Innanzitutto la cifra indicata è un massimo di 25.000 euro che richiede però un fatturato all’azienda di almeno 100.000 euro per fatturati più bassi la cifra del fatturato va divisa per 4 per definire l’ammontare del prestito a cui si può avere diritto.
Ad oggi sul territorio materano non ci sono istituti di credito che sono pronti a ricevere queste indicazioni, un solo istituto venerdì scorso ha fatto presente alle organizzazioni di categoria di essere pronto, gli altri hanno chiesto tempo. Del resto malgrado le linee guida dell’Abi siano arrivate non sembra semplice anche in una situazione di personale ridotto come questo doversi predisporre a fronteggiare un numero di richieste che si annuncia molto alto.
E le procedure di cui si parla pur essendo semplificate richiederanno comunque qualche verifica sulla sostenibilità dell’azienda che chiede il prestito e dunque sulla situazione di solvibilità. Quanto ci vorrà per fare queste verifiche è impossibile da dire ma di certo pensare di poter avere in mano il prestito nel giro di qualche giorno ad oggi appare più che improbabile. Quasi impossibile se si pensa che non ci sono proprio le condizioni per avviare le procedure.

ANTICIPAZIONI CIGS – Un discorso simile è quello che riguarda le anticipazioni della cassa integrazione per i lavori che molte aziende che hanno fatto domanda stanno chiedendo alle banche così come previsto anche per dare ossigeno immediato ai lavoratori ma anche sotto questo profilo non si sta muovendo nulla.
I percorsi per ottenere le anticipazioni non partono nemmeno, le banche non sono pronte ad avviare questo tipo di pratiche. I lavoratori sono costretti ad aspettare, probabilmente, l’arrivo della cassa in deroga che però ha tempi indefiniti e probabilmente non arriverà prima del mese di maggio. Una trentina di giorni dalla domanda. Un secondo fronte di criticità che accompagna sia le aziende sia i lavoratori e che tiene con il fiato sospeso le famiglie.

COLLASSO ECONOMICO – “La prospettiva molto grave verso la quale andiamo è che dopo 60 giorni dall’avvio di questa crisi le imprese si troveranno senza ancora alcun aiuto concreto ma con una serie di scadenze e di obblighi a cui dar corso” spiega Leo Montemurro anche perché ormai il mese di maggio è prossimo e l’ipotesi che si arrivi a quella data senza sostanziali novità diventa sempre più concreta. E c’è poi l’ulteriore questione dei prestiti che diventano difficilmente digeribili oggi dai lavoratori poco propensi ad indebitarsi ulteriormente di fronte a questa crisi. “Ci sono sei anni di tempo per restituire la cifra, i primi due senza interessi e poi comunque con tassi favorevoli ma le preoccupazioni rimangono perché si tratta comunque di un ulteriore fardello che le imprese devono sopportare nel tempo” conclude Leo Montemurro.

Di fatto dunque il “Cura Italia” ha avviato alcuni percorsi ma non ha ancora dato risposte concrete ai cittadini e alle imprese che sono lì fermi, in tutti i sensi, da mesi in attesa di risposte. “Una necessità in questo momento per le imprese del territorio lucano ma in generale italiano è quello di riuscire a semplificare molto le procedure e procedere a una sburocratizzazione che velocizzi di molto i percorsi e dia risposte tempestive”. Aspettare i tempi biblici a cui si era abituati prima era criticabile, oggi non è proprio accettabile. Ne va della sopravvivenza del sistema produttivo fatto soprattutto di piccole e piccolissime imprese.

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