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POTENZA – Molte aziende, soprattutto nel settore dei servizi, rischiano il fallimento a causa dei ritardi con cui la pubblica amministrazione paga le fatture. E’ un problema che attraversa tutta l’Europa, ma che in alcune aree – l’Italia rientra tra queste – raggiunge livelli più allarmanti.

Per questo la pubblica amministrazione, in vista del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dovrà essere oggetto di un’importante riforma. A dirlo è il Centro studi Confartigianato imprese, che però mostra come «il varo legislativo di una riforma è solo una condizione necessaria, ma non sufficiente per ottenere buoni risultati». Perché i risultati non siano disastrosi, come spesso avvenuto in passato, «le riforme previste dovranno essere attuate in tempi rapidi per poter consentire al sistema economico di accelerare i processi di creazione di valore».

Detto in altre parole: se l’amministrazione pubblica non comincia a essere efficiente, l’intero sistema economico rischia di fermarsi.
Per mostrare quanto sia necessario seguire e monitorare costantemente il processo di riforma, Confartigianato ha esaminato due casi in particolare: la riorganizzazione delle partecipate locali e il problema dei problemi, ovvero i tempi lunghi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

Il primo caso mostra come la riforma varata nel 2016, che avrebbe dovuto definire criteri quantitativi per individuare le partecipazioni da dismettere, abbia avuto effetti limitati rispetto agli obiettivi della riforma. Nel Rapporto sulle partecipazioni delle amministrazioni pubbliche del ministero Economia e finanze si indica che su un totale di 9.815 partecipazioni non conformi ai parametri, solo 1.732 partecipazioni, pari al 17,6%, risultano razionalizzate al 31 dicembre 2018.

«Il processo di dismissione – si legge in un lavoro pubblicato dalla Banca d’Italia – procede lentamente e con esiti inferiori alle attese a seguito dell’indebolimento causato da interventi legislativi, difficoltà di coordinamento e di capacità amministrativa degli enti coinvolti, in particolare a livello locale e la scarsa appetibilità sul mercato della partecipazioni».
Ma è sulla questione dei pagamenti che le amministrazioni danno il peggio di sé. E se non si interviene subito gli effetti saranno disastrosi.

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