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Giorgio Lamorgese, presidente Confesercenti Basilicata

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POTENZA – La Fase 2 avrà un costo e ricadute quantificabili: «Il prolungamento della chiusura costerà circa altri 100.000.000 di fatturato alle imprese lucane del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato». L’allarme viene da Giorgio Lamorgese, presidente regionale Confesercenti.

«E’ il dato più significativo che si deduce dalle disposizioni connesse alla cosiddetta Fase 2. Gli imprenditori di questi settori esprimono tutta la loro preoccupazione anche a fronte delle valutazioni che fino a questo momento sono emerse in ordine alle prospettive che mettono in conto, già oggi, una riduzione dello stock delle piccole imprese (chiusure definitive in conseguenza dei danni provocati all’economia lucana alla data del 15 aprile) pari a circa il 15 % del totale».

La Confesercenti e le imprese associate fanno rilevare che «sono stati sottoscritti protocolli ed ipotesi specifiche di adeguamento a livello nazionale, che, categoria per categoria, sono stati consegnati agli organi competenti e sono stati condivisi: le piccole imprese commerciali, i mercati su suolo pubblico, all’aperto e al chiuso, le attività di ristorazione sono in attesa di un segnale che consenta loro di riavviare la attività assicurando il massimo della sicurezza a tutti i clienti e consentendo un riavvio di una socialità che sta spegnendo non solo le nostre città, ma anche il nostro futuro. Indicare in Basilicata, anche in base a un possibile accordo con il Governo nazionale, una data più ravvicinata per la riapertura di quelle attività che, nelle previsioni della cosiddetta Fase 2, potrebbero farlo solo dopo il 18 maggio (esercizi al dettaglio), o solo dopo il 1° giugno (attività di somministrazione di alimenti e bevande), farebbe sì che l’attuale dramma non diventi una vera e propria catastrofe. E’ possibile, ed è ragionevole, sotto tutti i punti di vista, indicare la data del 15 maggio come la più utile a riprendere le attività finora chiuse, in sicurezza. Velocità nelle decisioni, chiarezza delle disposizioni, condivisione dei processi e dei protocolli per mettere in relativa sicurezza imprenditori, lavoratori, economia regionale, è quanto chiede la Confesercenti regionale».

Per Lamorgese «si tratterà, subito dopo, di cominciare a ripensare il nostro modello di sviluppo e le priorità da perseguire da parte di tutti per rimettere in campo l’Italia e la Basilicata che verrà. Ma dobbiamo arrivarci vivi e in condizione di combattere una lunga e dura battaglia, sul terreno della tutela della salute pubblica e della economia e pertanto proponiamo che la Regione Basilicata si faccia promotrice della firma di un Protocollo “territoriale”, fra le organizzazioni datoriali e i sindacati», conclude Lamorgese.

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