X
<
>

In Basilicata non piove da tre mesi, a soffrire è soprattutto il Metapontino

Condividi:
4 minuti per la lettura

Nessuno si fa sentire, così Roma ci ignora: ieri ha decretato lo stato di emergenza in cinque regioni, solo due a Sud

MATERA – L’acqua nelle dighe lucane è sotto il livello di guardia, con circa 120 milioni di metri cubi in meno solo a Monte Cotugno; non piove da tre mesi. La Basilicata, e soprattutto il Metapontino, sono in grave difficoltà. Le colture di nettarine soffrono, le fragole soffrono, tutto il sistema agricolo lucano soffre, ma il Consiglio dei ministri decreta lo stato di emergenza per Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, poi salta a piè pari centro Italia e Sud, comprendendo le sole isole Sicilia e Sardegna.
Intanto, la Regione Basilicata si perde tra i tavoli tecnici nella costellazione di enti gestori della risorsa, promettendo razionamenti e, comunque, garantendo l’erogazione ridotta di una risorsa, che di fatto non c’è già più.
Lo testimonia la dura presa di posizione del sindaco di Tursi, Salvatore Cosma, che lamenta la grave mancanza di comunicazione con le istituzioni di prossimità e gli agricoltori, minacciando proteste forti a tutela del settore ormai in ginocchio.
Allora ci chiediamo cosa facciano in più di noi, le Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Sicilia per “meritarsi” lo stato di emergenza idrica, che la Basilicata ad oggi non ha evidentemente neppure chiesto. Eppure la situazione è drammatica almeno come quella delle altre regioni, se non addirittura peggio, considerando che parte della nostra risorsa va in Puglia, Campania e Calabria.
Nessuno finora ha pensato di “tagliare un pò i viveri” alle regioni che si abbeverano da noi, come ha fatto già un mese fa il Trentino Alto Adige con il Veneto. Insomma, se la torta si riduce il pasticciere ha il diritto di tenere per sè la fetta più grossa.
Inoltre, se la Regione Basilicata si raccordasse in modo virtuoso con le “sorelle di abbeveratoio”, facendo sentire la propria voce amplificata a Roma, non saremmo sempre fanalino di coda, anche quando c’è una crisi conclamata.
Il paradosso si raggiunge quando si leggono le motivazioni che hanno provocato l’emergenza in una regione come l’Emilia, dove a Parma e Piacenza lo stato d’emergenza è stato chiesto «anche perché -spiega il Governo in un comunicato stampa- l’elevato numero di turisti arrivato con l’estate ha richiesto un bisogno maggiore di acqua». Per la produzione Coldiretti ha già lanciato l’allarme: «Sono a rischio ortaggi, frutta, cereali, pomodoro, ma anche girasoli e vigneti, il fieno per l’alimentazione degli animali e la produzione di latte per i grandi formaggi».
Allora cosa dire della fascia jonica lucana, dove oltre alla California del Sud in termini agricoli, si registra la presenza di migliaia di villeggianti da maggio a settembre?
«Non so perché la Regione Basilicata non abbia chiesto la dichiarazione di stato di emergenza per la siccità, né so se abbia intenzione di farlo. ha commentato Gianni Fabbris, portavoce del movimento “Riscatto” e rappresentante nazionale di Altragricoltura- So che andrebbe assunta una iniziativa forte e che sarebbe colpevole continuare a perdere tempo.
Soprattutto nel momento in cui le altre Regioni dichiarano lo stato di crisi motivandolo con i problemi per i turisti e gli agricoltori, sarebbe una beffa che con la stagione turistica a Matera e nelle altre nostre aree turistiche e i lavori nei nostri campi nel pieno dello sviluppo, proprio la Basilicata rimanesse al palo.
L’acqua, il suo uso, la sua disponibilità ma anche e soprattutto la sua qualità, hanno un valore strategico non solo per l’agricoltura, ma anche per le tante attività turistiche ed economiche e per la qualità della vita dei nostri cittadini. La siccità è uno degli effetti della tropicalizzazione del clima in atto che ci consegna lo scenario nuovo per cui dobbiamo fare i conti con la scarsità della risorsa acqua durante l’anno e con i fenomeni di precipitazioni concentrate ed estreme che impattano con un territorio in sofferenza producendo alluvioni e calamità.
Di fronte a questo quadro, occorre intervenire con urgenza con misure da “stato di crisi” adeguate, per garantire i fabbisogni ma, soprattutto, occorre mettere in campo una capacità di tutela della risorsa acqua e di programmazione che continuiamo a non vedere.
Appena qualche giorno fa abbiamo prodotto come movimento Riscatto e Altragricoltura una iniziativa nel Metapontino sulla crisi economica della nostra agricoltura ed abbiamo indirizzato una lettera all’assessore all’agricoltura, chiedendo che la politica e le istituzioni tornino ad assumere responsabilità nel dare risposte alla crisi, oggi sottolineiamo come la crisi venga dall’intreccio di problemi economici e ambientali.
La Regione farebbe bene a prendere atto della profondità di questa crisi e, dunque, a intervenire dimostrando capacità di affrontare le emergenze e mettendo mano alle riforme che ci servono, perché senza acqua non si fanno agricoltura e turismo».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE