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Il palazzo del Casale nei Sassi altra sede destinata prima all’Istituto per il design, poi all’Academy e ora non si a cosa altro

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Un risiko di incastri e strategie che non ha avuto frutti. E’ il cambio continuo delle sedi di nuovi corsi cittadini dalla scuola di cinematografia all’istituto superiore di design, all’ostello per i giovani che vengono a studiare in città, all’ampliamento del museo Ridola, alla sede dei vigili urbani della città, all’Academy. Tutti progetti che hanno subito nel corso del tempo una serie di piani che si sono poi modificati senza giungere ancor oggi ad una propria soluzione vera e propria.

Partiamo da via Lazazzera, prima destinata al comando dei vigili urbani con tanto di spostamento anche della centrale operativa poi nuovamente destinata alla scuola di cinematografia e poi ancor di nuovo lasciata ai vigili urbani ma non più attraverso un intervento di riqualificazione ma attraverso una vera e propria demolizione e ricostruzione. Di cui però ovviamente ad oggi non c’è traccia se non nelle dichiarazioni di volontà.

L’altro esempio calzante è quello della scuola di cinematografia presentata in pompa magna e in pieno Covid dall’ex sindaco De Ruggieri, il governatore Bardi e l’ex presidente della Scuola Laudadio. In realtà non è mai partita. Mancavano le risorse regionali e sono arrivate solo poi, mancava una sede adeguata e non si sa ancora bene se sia stata identificata. I corsi però sono cambiati, sarà una sorta di specializzazione. Di fatto doveva essere già partita invece ad oggi non c’è nulla siamo anche qui alle dichiarazioni di intenti.

L’istituto superiore del design che doveva essere posto nei rioni Sassi al palazzo del Casale al posto della Fondazione Matera 2019 è un progetto presentato dall’ex sindaco De Ruggieri ma subito “abortito” con la nuova amministrazione. Servivano risorse da oltre 2 milioni l’anno che non ci sono. Per il palazzo del Casale si era pensato all’Academy ma anche qui la frenata è stata clamorosa e quelle risorse per circa 3 milioni non si sa bene se ci sono ancora. Anche in questo senso nulla di nulla. Oggi ci ritroviamo, è storia di pochi giorni fa, a mostrare immagini del palazzo del Casale nell’abbandono e nel degrado.

Ma non è finita perchè si può parlare anche della ex Alessandro Volta che la precedente amministrazione aveva prima indicato come possibile sede del Centro sperimentale di cinematografia ma poi aveva virato decisamente sull’opportunità di lasciarla al Museo Ridola.

Un’opportunità che sembrava potesse venir utile anche ad esempio per i progetti di “godimento pieno” della Balena Giuliana attraverso un vero e proprio percorso virtuale e reale di ricostruzione. Ma anche su questo fronte tutto tace. L’attesa continua.
Si può continuare con l’ex provveditorato agli studi che per un’idea della precedente giunta doveva consentire il trasferimento dell’Archivio di Stato e la realizzazione di un’area ostello per quegli studenti che arrivavano da fuori, magari anche dall’estero per studiare a Matera alla scuola del restauro o a quella del cinema. In realtà però l’Archivio di Stato è ancora al suo posto. Non si sa neanche se la sede dell’ex provveditorato in via Montescaglioso sia idonea. Per molti non è così. I lavori di riqualificazione sono nel piano triennale delle opere pubbliche del Comune. Ma anche quella sede ad oggi non è utilizzabile.

Una serie di obiettivi portati avanti dalla precedente amministrazione sono cadute. Ma le relative sedi oggi non sono utilizzate per altro perchè nella maggior parte dei casi dal palazzotto del Casale a via lazazzera, dall’ex Alessandro Volta all’ex provveditorato sono sedi che richiedono lavori, interventi di riqualificazione o addirittura di demolizione e ricostruzione. Il risiko pare destinato a continuare. Per Matera certezze poche e c’è da scommettere che quello che diventeranno queste sedi non è ancora chiaro e potrà cambiare ancora. Dando la sensazione concreta di una serie enorme di occasioni perse. La caccia al responsabile poco importa anche se probabilmente le responsabilità tra passato e presente, tra Comune e Regione possono quantomeno essere divise in parti uguali. A perdere è certamente la città.

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