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La manifestazione ieri a Matera

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MATERA – Oltre 350mila libri, con Fondi antichi provenienti da ben 18 monasteri dismessi, gestiti da soli 13 dipendenti e senza un dirigente bibliotecario, con competenze specifiche. Una gestione che costa oltre un milione di euro, al netto delle spese per il personale, che prima dei numerosi ammanchi per pensionamento, poteva contare su ben 40 unità.

È una grande e prestigiosa nave senza un nocchiero, la rappresentazione plastica della biblioteca provinciale “Tommaso Stigliani”, oggetto negli ultimi otto anni di una progressiva ed inesorabile spoliazione di risorse economiche ed umane; vittima di una gestione politica disastrosa, precipitata dal 2014 con l’entrata in vigore della legge Delrio, che di fatto ha tolto le competenze in materia culturale alla Provincia, per trasferirle alla Regione.

L’ente di via Ridola è rimasto proprietario della sede di palazzo dell’Annunziata, ma senza alcuna responsabilità sulla gestione di questo enorme patrimonio collettivo, secondo al Sud forse alla sola monumentale biblioteca di Napoli. Scelte miopi e cronica trascuratezza, che hanno prodotto un danno enorme alla città di Matera ed alla sua provincia, ledendo persino il diritto allo studio di tanti universitari, che con questa gestione sono privati di un servizio essenziale.

L’ultima mannaia è arrivata a fine 2021, quando la Regione ha “pensato bene” di dirottare sul Trasporto pubblico locale, buona parte dei fondi destinati alla cultura. Il risultato è un budget di soli 375mila euro alla bilblioteca di Matera, decretandone di fatto la paralisi. Così assistiamo a due giorni di apertura settimanale, fino alle ore 18; poi “si tira a campare”, con limitate aperture mattutine.

Una situazione davvero intollerabile, che ha provocato ieri la levata di scudi di associazioni e mondo culturale cittadino, riunitosi in piazza con lo slogan “Leggo”, realizzato da Sergio Laterza utilizzando non a caso i caratteri dei mattoncini Lego, simbolo metaforico dei libri e della cultura. Tanti gli interventi, quasi tutti della società civile, o di chi, come il consigliere comunale Pasquale Doria (Matera civica), rappresenta un simbolo di questa rivendicazione culturale. «La biblioteca provinciale -ha detto- dovrebbe essere una prosecuzione della piazza Vittorio Veneto, un luogo di aggregazione e crescita per tutti, non può essere relegata a tassello trascurabile nelle finanze regionali. Prima c’erano ben 3 bibliotecari competenti a gestire questo enorme Fondo, oggi non c’è nessuno. Questo è davvero molto grave».

Quindi la proposta strutturata, che vada ben oltre gli ulteriori stanziamenti, promessi con un tweet dal presidente della Regione Vito Bardi: «È necessario costituire un Accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune -ha detto Doria- per la realizzazione di un grande Polo bibliotecario provinciale, che possa acquisire dignità tale, da attirare la gestione finanziaria del ministero dei Beni culturali; o, in alternativa, si faccia come è accaduto alla più piccola biblioteca di Potenza, entrata direttamente nell’organico della Biblioteca nazionale. Purché -ha concluso- non si continui così, a navigare a vista».

Su quest’ultima ipotesi si è detto d’accordo anche il sindaco, Domenico Bennardi, presente solo in veste di uditore. Sull’aspetto occupazionale ed i vuoti di personale, si sono soffermati Giuseppe Bollettino della Cisl ed Eustachio Nicoletti della Cgil. «La Regione non ha ancora previsto nella Pianta organica la figura del bibliotecario, questo è grave», ha detto Bollettino. «Il nostro petrolio è la cultura – ha rimarcato Nicoletti – C’è bisogno di lavorare insieme per proteggere questo territorio su questioni di merito e progettualità, con un vero Contratto di sito, funzionale a strutturare la cultura».

Per Andrea Santantonio del “Collettivo cultura”, la Regione «sta frammentando l’offerta culturale in Basilicata, perché non ha alcuna visione». Di «diritto allo studio negato e sciacallaggio istituzionale», ha parlato Francesco Moro, studente universitario fuori sede, che ha raccontato la bella realtà di Bologna. Matera, Capitale europea della cultura 2019, non merita di essere beffata così.

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