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Il tubo che disperde acqua in contrada Caramola di Rotondella

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MATERA – Era il lontano 1998, quando all’allora Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto, fu segnalato la prima volta che il grosso giunto lungo la condotta maestra, che porta l’acqua d’irrigazione da Senise alla parte terminale del Metapontino in contrada “Caramola” di Rotondella, era danneggiato perché vetusto e da sostituire. Una segnalazione passata allegramente in cavalleria. Così quella condotta del diametro di 1,2 metri, con una portata di circa 1.500 litri al secondo, continuò a “lavorare” nella precarietà e nel rischio. Il tubo parte dalla Sinnica, nei pressi di Senise, con una portata di ben 3.000 litri al secondo, quindi scende a valle, dove si sdoppia con una condotta più piccola ma parallela ed integrata, che fornisce l’acqua potabile ai comuni dell’alto Jonio calabrese, da Rocca Imperiale a Montegiordano e parte di Roseto Capo Spulico.

La condotta era originariamente dell’Ente irrigazione, il quale nel 1987-88 l’ha ceduta al Consorzio di bonifica, che ha la piena responsabilità di gestione e manutenzione, alimentando con essa i campi di Nova Siri e Rotondella, per poi recuperare una parte dell’acqua, da potabilizzare per la vicina Calabria. Il grosso giunto è un elemento nevralgico per il corretto esercizio della condotta, perché concepito con sistema “a cannocchiale”, ovvero in grado di restringersi o dilatarsi a seconda delle temperature e della pressione d’esercizio.

Un componente essenziale da non trascurare mai; tanto che a fine anni Novanta si sarebbe dovuto sostituire, ma evidentemente già allora il Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto navigava a vista. Infatti, si è preferito procedere con ciclici rattoppi, a cadenza massimo biennale, quando si manifestavano criticità. Il problema è probabilmente scaturito dall’ossidazione dei perni che uniscono le due calotte del giunto, dove si installa anche del materiale isolante, che probabilmente è stato consumato dal tempo.

La perdita che oggi fa zampillare circa 25 litri al secondo di acqua nel terreno sottostante la condotta, era stata quindi registrata tante volte, seppure non in maniera così vistosa, costringendo i tecnici del Consorzio ai periodici rattoppi. L’ultimo in ordine di tempo, risale al febbraio scorso, quando dal giunto iniziò a trafilare acqua; una perdita non particolarmente importante, che era difficilmente visibile anche dalla vicina Statale Sinnica. Il Consorzio di Basilicata, ha pensato bene di intervenire, ma sempre con il solito rattoppo, questa volta secondo indiscrezioni affidato ad operai non particolarmente esperti, che probabilmente si sono limitati a serrare i perni già vistosamente ossidati, mettendoli ulteriormente sotto stress. Tanto che, di lì a pochi giorni, il giunto ha iniziato a spruzzare acqua come lo vediamo oggi. Un danno che i bravi tecnici responsabili delle reti del Consorzio, non potevano non aver visto, nè è verosimile pensare che nessuno delle decine di agricoltori che lavorano in quella zona, non avesse notato quello zampillo scenografico.

I mesi sono passati nel sostanziale silenzio e nell’indifferenza, perché da fine febbraio, la reazione del Consorzio si registra solo in queste ore, guarda caso dopo la denuncia del Quotidiano, con tanto di foto in prima pagina. Quindi, per quasi quattro lunghi mesi, quella condotta ha disperso a terra 25 litri di acqua al secondo, con uno spreco di 10.338.000 litri d’acqua, più quelli dispersi prima dei vari rattoppi dal 1998 ad oggi. Per rendere l’idea, si sarebbe alimentata una città come Matera per un intero giorno, e se quell’acqua fosse stata imbottigliata come potabile, al prezzo medio di 0,50 euro al litro, si sarebbe ricavato 5 milioni di euro.

Il tecnici del Consorzio dovrebbero intervenire da oggi con l’ennesimo rattoppo. Sarà prima svuotata la condotta nella giornata di oggi, e poi entro venerdì si conta di riparare la perdita. Quindi, disagi in vista per gli agricoltori lucani serviti e per i tre centri della Calabria, che resteranno senza acqua potabile almeno fino a venerdì.

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