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MATERA – «Matera deve conoscere i progetti che vengono fatti, non solo il Comune ma anche la città».

Tonio Acito architetto materano ha scelto di fare un sopralluogo a rione Agna dove qualche giorno fa sono stati abbattuti 2 alberi in un progetto che prevedeva l’abbattimento di 29 e per il quale l’Amminiastrazione comunale è dovuta intervenire per procedere alla sospensione dei lavori che sono in capo ad Invitalia. Una situazione che ha riproposto non solo la difficoltà di dialogo con Invitalia viste le perplessità ad esempio nel progetto sulla Murgia, vista la riproposizione di dubbi anche su parco Vezzoso come ha confermato lo stesso primo cittadino al momento della presentazione della sua nuova giunta.

Ma anche ad Agna quel progetto non era conosciuto a tanti. Certamente non era a conoscenza dell’ufficio ambiente del Comune anche perchè sarebbe in contrasto con lo stesso piano del verde che è stato da poco approvato. In questo contesto complesso riflettere su quel progetto e su cosa rappresenta e soprattutto sui motivi per i quali «la città non ne conosce i contenuti e gli obiettivi» è una riflessione quasi naturale se non inevitabile.

Ha letto la denuncia di Legambiente sui pini abbattuti ad Agna?

«Incuriosito dai titoli dei giornali sono andato a fare una passeggiata ad Agna per rendermi conto dell’allarme lanciato da Legambiente. Per chi non conosce il sito dirò che si tratta di un residuo boschetto sopravvissuto a vie carrabili asfaltate che fanno corona alle due chiese di Sant’Agnese. Gli alberi sono stati piantati circa 50 anni fa dai bambini delle scuole elementari di Cappelluti il giorno della Festa degli Alberi. Confesso che del progetto che ha portato al taglio dei primi pini non ne sono a conoscenza e mi informo leggendo il cartello dei lavori: Intervento n.4°. Interventi per il decoro urbano rione Agna Piazza Sant’Agnese. Committente INVITALIA Spa. Mi chiedo e domando se questo progetto sia stato mai portato a pubblica conoscenza ma questa domanda resterà senza risposta. La scena è desolante: un paio di pini tagliati a terra, uno scavo di fondazione di uno muretto di recinzione in cui stavano versando cemento».

Nuovamente sotto i riflettori un progetto di Invitalia a Matera?

«Mi sorge naturale il pensiero: il progetto attiene il decoro urbano ma, da queste prime azioni e da quello che è dato sapere da informazioni sparse, pare che l’intervento non abbia attinenza con quello che il sito attualmente è: un sagrato con due chiese, mai formalmente definito. Forse sarebbe stato più opportuno disegnare un bel sagrato degno dell’importanza del sito. Un luogo magnificamente isolato da una cintura di alberi. Decoro urbano lo dice la parola stessa».

Quale è l’importo dei lavori? Sarebbe stato sufficiente per realizzare un sagrato?

«Il cartello dei lavori non riporta l’importo dei lavori, ma considerato il tempo previsto (95 giorni) immagino non sia alto. Ma ciò non toglie che il proprietario dell’area, il Comune di Matera, non sembra si sia proprio posto il tema dell’importanza di avere un progetto di prospettiva che oggi sta eseguendo lavori con le somme a disposizione ma che devono essere comunque propedeutici ad un obiettivo finale».

Far realizzare gli interventi ad Invitalia non può voler dire lavarsi le mani di quello che è il ruolo degli interventi pubblici in città salvo scoprire “dopo” cosa comportano quei progetti.

«Gli spunti progettuali che il committente avrebbe dovuto chiedere ai progettisti, sempre mantenendo il tema “Decoro Urbano”, sono tanti in quell’area: in quell’area un edificio basso, un ex asilo, sempre di proprietà comunale che poteva entrare nella riflessione progettuale complessiva sull’area, cosi come l’area attorno ai campetti che sono li dietro. I lavori pubblici non sono solo parchetti gioco per bambini (presente in molti progetti di Invitalia a Matera come elemento qualificante: nel Parco delle cave, sulla Murgia, ad Agna), sistemazioni parziali e distratte. Una città dovrebbe dare pari dignità ai progetti in centro e nei quartieri. Le Amministrazioni si affannano a cercare risorse, trovate le quali, non possono distrarsi sull’importanza del progetto. Succede poi che i subentranti amministratori fermino i lavori, facciano le varianti, perdano i soldi».

Il progetto è limitato a questo piccolo boschetto?

«Dal cartello dei lavori si comprende che si tratta dell’intervento n.4, cioè di una parte di un progetto più ampio, che va sotto il nome di ‘percorso Ofra Le Piane’. Un’area importante a ridosso della Gravina molto frequentata da sportivi e podisti. E allora perché non mostrare il progetto complessivo? Capiremmo tutti meglio l’obiettivo, le azioni in prossima esecuzione, senza sorprese e senza correre a conclusioni o, peggio, dover ragionare davanti grossi alberi abbattuti. Anche questa volta, a lavori iniziati, si sono accesi i fari su un “parco”’ che anzichè piantare o governare, viene nottetempo tagliato. L’occasione di dibattere su questi progetti di Invitalia si ripresenta. Ci hanno rimesso due bei pini incolpevoli, colpevoli solo di essere sul percorso prestabilito del nuovo muretto previsto. Pare si sia sospeso temporaneamente il taglio di altri 50 alberi. La pubblica opinione ancora una volta apprende a cose fatte. Non è giusto andare avanti così, accorgersi a lavori in corso che i progetti non sono condivisi e che non sono mai stati resi pubblici. Non trovo neanche corretto che siano mandati allo sbaraglio giovani progettisti che si devono inventare funzioni e destinazioni in assenza di indicazioni puntuali. Le risorse materiali sono sempre poche, ma le risorse ambientali e culturali una volta cancellate o tagliate non tornano più, per sempre. Che Matera torni protagonista del suo futuro, che Matera torni a dibattere e a confrontarsi sui progetti».

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