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POTENZA – C’è chi si affretta a dire “io l’avevo detto” e chi semplicemente commenta: “era inevitabile”. Fatto sta che il Pd lucano sta vivendo ore così drammatiche come mai in passato. Eppure di momenti di grande confusione e fibrillazione ce ne sono stati. Eccome. Ma quello a cui si sta assistendo in queste ore è uno spettacolo degno del miglior Hitchcock. E’ saltato il banco. E forse non solo quello. Di certo la mediazione tra correnti e aspirazioni personali tanto ricercata nelle scorse settimane sembra essersi arrestata su un binario morto. Il no di Marcello Pittella alla candidatura unitaria di Adduce avanzata da Luongo e De Filippo e avallata da tutti gli altri ha messo in moto una vera e propria slavina. Lunedì fino a tarda serata si è atteso il comunicato dell’assessore alle Attività produttive che avrebbe dovuto fare il passo indietro. Non c’è stato. Da quel momento le dinamiche hanno accelerato. E a nulla è servito l’arrivo nella notte tra lunedì e martedi del segretario Speranza che ieri mattina era già in viaggio per Modena dove lo attendeva Franceschini. Prima di partire in realtà l’ultimo tentativo di mediazione è stato fatto proprio con Speranza al quale per l’ennesima volta è stato chiesto di candidarsi presidente. Ma è stato un tentativo estremo quanto inutile: Speranza resta a Roma come deciso da Letta ed Epifani. E quindi è partita la giostra con il primo colpo di scena. De Filippo ha iniziato a raccogliere le firme per candidarsi lui stesso. Lo ha fatto chiedendo ai suoi fedelissimi di non nascondersi. Se non è una dichiarazione di guerra poco ci manca. Contro Pittella che non ha accettato su Adduce? Per indurre Roma a scendere in campo e chiedergli l’ennesimo passo indietro in proiezione nazionale? Per figurare plasticamente lo “scompiglio” in casa Pd di Basilicata e mettere in difficoltà il segretario Speranza? Di ipotesi se ne possono proporre a iosa. Sta di fatto che il governatore uscente ha lanciato la controffensiva. E non è solo. Al suo fianco ci sono già Margiotta e Chiurazzi. Altri? Si vedrà. Ovviamente De Filippo non ha ufficializzato ancora nulla: c’è tempo fino a giovedì.

Un’altra certezza è che Marcello Pittella non si è scomposto e va avanti per la sua strada. Nel pomeriggio di ieri ha ufficializzato di essere candidato alle Primarie. Altro che mediazione. A diffondere la notizia della candidatura dell’assessore alle Attività produttive i canali ufficiali di Prima Persona Basilicata. Ovviamente la partita questo punto non è ristretta a De Filippo e Pittella jr. In campo c’è anche Restaino che tranne ripensamenti dell’ultima ora aveva già espresso nei giorni scorsi la volontà di essere della partita se non si fosse trovata la candidatura unitaria. E sono tre.

Da Matera (in realtà lui è a Venezia alla mostra del Cinema) c’è chi assicura che la raccolta firme di Adduce prosegue. Ovviamente non correrebbe più da candidato di pace ma si giocherebbe la propria partita. E sono quattro. Ed è in corsa naturalmente Piero Lacorazza che fino a ieri mattina è rimasto al suo posto pronto a sostenere fino all’ultimo l’eventuale candidato unitario. Ma nel pomeriggio anche lui avrebbe iniziato a dare indicazioni per la raccolta firme. Cinque. A questi potrebbe aggiungersi anche Santochirico e ovviamente il candidato che oggi pomeriggio dovrebbe essere indicato dai renziani (si parla di De Maria o Fortunato). Per rimanere al Pd. Ma siccome la competizione è aperta a tutti del centrosinistra si attendono le mosse anche di Sel, di Centro democratico e del Psi. Insomma una “folla”. E ne rimarrà uno soltanto.

In tutto questo la giornata di ieri è stata convulsa e le notizie si accavallavano tra smentite, conferme e fughe in avanti un pò troppo fantasiose. A un certo punto infatti, ha iniziato a circolare anche il nome Folino subito dopo la notizia della raccolta firme iniziata da De Filippo. Notizia verificata e subito smentita: Folino e Bubbico stanno e rimangono a Roma. Insomma il candidato d’area dovrebbe essere Lacorazza e basta che sarebbe sostenuto anche da Santarsiero e forse (se decidesse di rimanere ai box) anche dallo stesso Adduce. Mentre al fianco di Pittella dovrebbero schierarsi Antezza e Braia. Insomma non è un Pd diviso. Rischia di diventare un patchwork multicolore che potrebbe dare adito alle speranze di vittoria delle Primarie anche degli eventuali candidati dei partiti minori. Minori sì ma non (forse) di un Pd diviso in 4 o 5 o sei. Ma intanto ieri sera il cartello dei partiti che hanno sollevato la questione morale sull’incandidabilità di quelli interessati da rimborsopoli ( e cioè Sel, Prc, Verdi e Azione civile) alla fine di una riunione convocata di urgenza hanno diffuso una nota in cui esprimono insoddisfazione e sconcerto per la «babele delle autocandidature dei maggiorenti che prefigurano, nella migliore delle ipotesi, la conta interna al Pd». Non solo. Hanno anche minacciato di non aderire a nessuna coalizione chiedendo un immediato incontro per oggi con Speranza.

s.santoro@luedi.it

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