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POTENZA – Cosa sta succedendo in Basilicata dopo la mossa di Beppe Grillo? Ci si interroga su quello che è stato fatto fino ad oggi e si chiede a che cosa siano servite queste consultazioni, le piattaforme di voto, le discussioni dei programmi se alla fine a decidere tutto deve essere lo staff nazionale.

Perché, bisogna ammetterlo, la discussione all’interno del Movimento 5 Stelle della Basilicata non manca. Aperture e valutazioni ce ne sono tantissime e forse in tanti si sono sentiti “feriti” da questo blocco totale imposto dall’alto. Il primo problema è la piattaforma. Una piattaforma che a livello nazionale non esiste. In pratica non c’è un sistema stabile per potersi consultare in rete che sia al tempo stesso certificato su base nazionale. Logico che allora in Basilicata abbiano utilizzato Liquid Feedback per poter votare online. In che altro modo si sarebbe potuto esprimere il proprio parere, ragionando nelle discussioni e dimostrando a tutti gli effetti che l’esperimento di democrazia diretta tramite la rete poteva essere effettivamente praticabile? Pazienza un corno, perché adesso cambia tutto e bisogna anche muoversi in fretta. C’è da mettere in piedi due liste, una per i consiglieri e un’altra per i candidati alla presidenza della Regione, e gli attivisti hanno un po’ ragio nel dire che l’intervento dello staff è stato un po’ tardivo. Filippetti dal canto suo continua a dire che l’aveva detto. Ci sta, ma dall’altra c’erano anche gli amministratori del forum, di Liquid Feedback, che fino ad oggi hanno cercato di mettere in ordine l’intero marasma di proposte e possibilità. Senza contare il fatto che la base lucana aveva espressamente votato per scegliere i criteri di candidabilità proprio sulla piattaforma regionale.

Ora, i problemi ci sono stati e la domanda principale è: come mai Grillo il giorno prima della chiusura  delle candidature per le primarie del Pd in Basilicata ha congelato l’intera azione degli attivisti lucani? Il Pd è solo una coincidenza, è che gli attivisti stessi sul forum lucano hanno cominciato a riconoscere l’errore: troppe lettere, troppe segnalazioni, troppe azioni di singoli (come il caso Filippetti e la telefonata a Casaleggio) hanno messo in allerta lo staff nazionale. Nel Movimento non ci saranno delle vere e proprie correnti ma c’è divisione, separazione che si concretizza nei continui mal di pancia di pochi, che lavorano a volte in parallelo e poi, magari, esultano perché le loro posizioni sono state accettate dallo staff nazionale. Non è una cosa da poco, sono mesi che si rincorrono voci sul fatto che ci sia un Movimento lucano “Petrocelli-centrico”. A riprova di questo c’è per esempio Decio Di Bello, che scrive sul forum: “Game over. Giochi, giochini e giochetti finiti. Adesso inizia la partita vera senza trucchi, ostacoli o regole ad personam. Chi vuole concorrere lo potrà fare in piena libertà. La democrazia dal basso, partecipata e orizzontale avverrà attraverso le regole nazionali e non attraverso gli “adattamenti” che presunti professori “costituzionalisti” del MoVimento volevano realizzare in Basilicata.

Felice di essere stato tra “quelli” che hanno impedito lo “scempio” della Democrazia partecipata e delle regole del Non Satuto. Felice, felice, felice”. Sì, ma ci sono anche persone che a fronte di centinaia di ore spese davanti ad un pc per gestire la situazione Liquid Feedback adesso si ritrovano con un pugno di mosche in mano. E Francesco Foschino è uno di questi, che non ha paura a paragonare lo staff ad “una cupola che ha le chiavi del potere e noi siamo plebaglia che si arrabatta e affanna, illusa. Apriamo gli occhi”. Sì, a fronte di quanto sta accadendo c’è parecchia rabbia. Loro si erano organizzati, avevano pronto tutto, in pochi mesi avrebbero preparato liste secondo criteri votati dalla base ed invece lo staff si mette di mezzo. E allora si leggono commenti del tipo: “Allora se è nato il partito5stelle ditecelo pure, toglieremo il disturbo”; “Il Movimento5Stelle deve essere coerente: o è per la democrazia partecipata e dal basso o è per un’impostazione partitocratica”. Alla fine la maggioranza degli attivisti lucani non può esprimersi su nulla, perché la posizione di Grillo non solo delegittima il lavoro fatto fino ad oggi, ma mette addirittura a rischio l’intera piattaforma Liquid Feedback fino ad oggi utilizzata. Se nulla può essere fatto sopra la piattaforma, se quella nazionale ancora non esiste, ma c’è il diktat di Grillo, che cosa dovranno mai fare gli attivisti lucani per concorrere contro il Pd alle regionali?

Preparare le liste con tutta la documentazione possibile (certificati penali, iscrizioni e quant’altro) e cominciare a stilare le liste per i consiglieri. Sul candidato governatore bisognerà fare lo stesso. In pratica chi vuole candidarsi dovrà mandare nominativo e documenti sul portale nazionale. Lo staff a quel punto giudicherà l’idoneità e infine gli utenti potranno votare. Ma c’è la seconda opzione: si prepara una lista e la si fa certificare dallo staff. Quale delle due? Nessuno sa. In tutto questo ci si chiede se gli utenti certificati sul portale nazionale siano effettivamente libera espressione del Movimento o se al suo interno, nonostante tutto, si possa annidare qualche vecchio “mostro” della politica pronto a pilotare il voto.

E le alleanze? Su questo il fronte è compatto, dopo la richiesta di PrimaVera Lucana per un incontro ufficiale con i 5 Stelle arriva il secco “no”. Non si faranno alleanze di nessun tipo, al massimo questi gruppi voteranno Movimento 5 Stelle, se proprio vogliono dimostrare sostegno al gruppo. L’unico gruppo che potrebbe “tentare” i pentastellati è l’Organizzazione Lucana Ambientalista. Ma intanto sulle candidature qualcuno dice anche che “Chi è disoccupato o precario non dovrà candidarsi, perché facilmente corruttibile”. “Idiozie” secondo Petrocelli, via Twitter. Ci sta.

v.panettieri@luedi.it

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