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Salvatore Margiotta

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POTENZA – Torna in gioco Salvatore Margiotta, nonostante i 17 anni di mandato parlamentare consecutivi alle spalle. Mentre si allontana la possibilità di una candidatura per i due consiglieri regionali in carica, Roberto Cifarelli e Marcello Pittella, e salgono le quotazioni delle donne.

È questo il bilancio lucano dell’attesa direzione nazionale del Partito democratico di ieri, che ha approvato il nuovo regolamento per le candidature nel listone in costruzione per le elezioni del 25 settembre.

A portare a casa il risultato pieno è stato senz’altro Margiotta, che si è visto riconoscere la possibilità di una deroga al limite dei tre mandati, ovvero dei 15 anni di mandato consecutivi, se la direzione nazionale del partito vorrà concederla al parlamentare che ne fa richiesta.

L’effetto è stata l’immediata comunicazione da parte del senatore lucano della sua richiesta di una deroga siffatta.

Diversa, invece, la regola stabilita per consiglieri regionali, governatori e sindaci dei comuni con più di 20mila abitanti, che prevede la generale incandidabilità degli stessi. C’è poi la possibilità che la direzione nazionale conceda una deroga, ma la richiesta in tal senso non potrà essere formulata dal singolo consigliere regionale bensì soltanto dal segretario nazionale Enrico Letta.

Spetterà a quest’ultimo, quindi, valutare in prima istanza l’eventuale richiesta di candidatura da parte di Cifarelli o Pittella, che nei mesi scorsi non ha nascosto la sua aspirazione a correre per un seggio in Parlamento, o in alternativa a riproporsi come governatore.

A scombinare ulteriormente gli schemi che si andavano disegnando tra i democratici lucani è arrivata anche un’ulteriore indicazione tassativa sulla presenza delle donne nelle liste da presentare per i collegi plurinominali e tra i candidati per i collegi uninominali.

Il nuovo regolamento, infatti, non consente le pluricandidature al femminile, che sono state l’escamotage utilizzato in passato per garantire il rispetto formale del principio dell’alternanza delle liste. Piazzando esponenti nazionali del partito, con l’elezione già assicurata altrove, in quei collegi dove il vero obiettivo era fare scorrere le liste, bloccate secondo la legge elettorale in vigore, e portare in Parlamento soltanto uomini.

Il nuovo regolamento, inoltre, prevede che si possa derogare alla regola del 50-50, nel rapporto tra candidati e candidate, fino a un massimo di 60 uomini e 40 donne. Ma in una regione piccola come la Basilicata, con soltanto due seggi uninominali e due seggi plurinominali la matematica non dovrebbe concedere neanche questo minimo spazio di manovra.

Per questo paiono destinati alle democratiche uno dei due posti da capolista, assai più sicuri, e una delle due candidature nei collegi uninominali, su cui i sondaggi danno in vantaggio il centrodestra. Resta solo da capire chi preverrà in questa pre-competizione tutta al femminile che vede in vantaggio, sulla linea di partenza, personalità come la vicesegretaria regionale Maura Locantore, la coordinatrice regionale Donne democratiche, Lucia Sileo, e la sindaca di Genzano Viviana Cervellino, per cui la regola dell’incandidabilità non dovrebbe applicarsi dal momento che il suo comune conta meno di 6mila abitanti.

A provare a trovare una quadra sarà il segretario regionale del Pd, Raffaele La Regina, che dovrà presentare uno schema entra il 2 agosto alla segreteria nazionale. Poi la palla passerà a Roma per la parola definitiva.

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