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Gianni Leggieri

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L’intervista al consigliere regionale pentastellato Gianni Leggieri

POTENZA – Se i vertici del Movimento 5 stelle della Basilicata non vorranno avviare un confronto con Angelo Chiorazzo, candidato governatore di laici cattolici e Pd, allora ci penserà lui assieme ad «altri rappresentanti istituzionali, attivisti e cittadini liberi che vogliono il bene della Basilicata». Perché: «tre persone non possono tenere in ostaggio il Movimento 5 stelle».

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E’ una vera e propria scissione quella minacciata dal consigliere regionale pentastellato Gianni Leggieri, dopo l’appello dell’ex sottosegretaria Mirella Liuzzi a superare le resistenze all’interno del Movimento rispetto all’idea di correre col Pd in una coalizione di centrosinistra guidata dal re delle coop bianche. Assecondando le pressioni in questo senso anche del presidente degli ex grillini, Giuseppe Conte.

Consigliere, quale è la sua opinione su questa perdurante indecisione del Movimento sulla candidatura a governatore di Chiorazzo?

«Dopo due legislature in Consiglio regionale mi sono convinto che per battere il centrodestra servirebbe compattare il centrosinistra, che è la traiettoria indicata da Giuseppe Conte, costituendo un fronte progressista. Siamo arrivati leggermente in ritardo perché non abbiamo capito che si poteva approfittare di un centrodestra che governa la Regione senza una maggioranza in Consiglio regionale. Ma per batterli bisogna andare uniti.

Naturalmente uniti non vuol dire imbarcare tutto e tutti, e ci vuole un programma condiviso per andare avanti. Per questo mi sento di lanciare un appello, come anche altri hanno fatto prima di me. E’ chiaro che candidatura del dottor Angelo Chiorazzo è arrivata al momento giusto, perché non è un politico, e fa parte del mondo civico. Bisogna capire se si è d’accordo o meno. Io credo che la sua figura porterà qualcosa di diverso rispetto a solito candidato politico, e che tutte le forze progressiste dovrebbero convergere e riunirsi subito a un tavolo, parlare con lui, avviare un dialogo sul programma. Anche per capire se ci sono delle criticità»

E come pensa che possano essere superate le obiezioni sulla candidatura di Chiorazzo?

«Dobbiamo sgomberare il campo da narrazioni per cui la maggior parte dei gruppi territoriali e dei rappresentanti eletti non sarebbero d’accordo alla candidatura di Chiorazzo. Questo non è vero. Tanti sono d’accordo e non vedono l’ora di incontrarlo e sottoporgli alcune domande su temi come sanità, Stellantis, e Zes. Qualcuno, accecato dall’odio, non lo vuole nemmeno incontrare. Ma questo secondo me fa male al dibattito politico. Non parliamo di una riunione al bar, ma di decidere il futuro della Basilicata. Allora dico a queste persone che hanno ruoli di responsabilità di fare un bagno di umiltà, perché il territorio va ascoltato senza cercare di mettere bandierine».

Ce l’ha col coordinatore regionale del Movimento, Arnaldo Lomuti, e le coordinatrici provinciali Alessia Araneo e Viviana Verri?

«IO credo che Chiorazzo vada ascoltato e poi forse si può fare una riflessione su quello che dirà. Secondo me è il candidato ideale. Quindi avanti con Chiorazzo, decidiamo il da farsi, iniziamo la campagna elettorale, e diciamo ai cittadini che siamo pronti a governare».

Però 4 gruppi territoriali su 6 si sono espressi contro questa ipotesi. Lo ha visto il documento?

«Ci sono altri gruppi territoriali, che non risultano iscritti perché non hanno raggiunto il numero minimo di componenti, e che la pensano come me. Poi vorrei sapere chi è iscritto in questi 4 gruppi territoriali, perché mi dicono, ad esempio, che nel gruppo del Vulture sono iscritte persone che alle scorse elezioni amministrative hanno votato e fatto campagna elettorale contro un sindaco uscente del Movimento come Giuseppe Sarcuno. Quando si parla di gruppi territoriali bisogna dare voce a chi ha lavorato da 10 anni a questa parte per il Movimento. Nessuno si può permettere di andare in televisione e di parlare chi si sta sfilando dalla candidatura di Chiorazzo (il riferimento è a una recente intervista di Araneo su CronacheTv, ndr). Se hanno problemi vadano a parlare col diretto interessato. Altrimenti ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità».

Quindi se il suo appello cade nel vuoto che succede?

«Se l’appello cade nel vuoto prenderò l’iniziativa, e andrò io a parlare con Chiorazzo, con altri rappresentanti istituzionali, attivisti e cittadini liberi che vogliono il bene della Basilicata. Tre persone non possono tenere in ostaggio il Movimento 5 stelle».

Così non si rischia una spaccatura?

«Ognuno si deve assumere le sue responsabilità».

Ma un tempo all’interno del Movimento le decisioni non si prendevano col voto degli attivisti? Non si potrebbe dare a loro voce in capitolo?

«Un tempo sì. Ma dovete chiedere al coordinatore regionale e provinciali per queste cose. Noi non siamo riusciti in tutto questo tempo a fare un nominativo alternativo. Sono mesi che dico che bisogna trovarne uno. Allora ringrazio il dottor Chiorazzo che si è messo a disposizione di questo campo civico»

Non è un po’ stretto questo «campo civico», se Psi, Azione, Verdi-Sinistra italiana e altri si sono già chiamati fuori?

«Noi e il Pd ci stiamo. Poi una volta che il candidato ci dirà come vuole intervenire sui problemi della Basilicata, dovrà farci capire anche come intende allargare la coalizione».

Ha deciso se si candiderà per un altro mandato da consigliere regionale?

«Ci sto pensando».

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