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Domenico Lacerenza

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Il re delle coop Angelo Chiorazzo raccoglie l’apertura alla sua candidatura di Marcello Pittella, e scarica l’oculista Domenico Lacerenza che si ritira


POTENZA – Prima ha convinto Domenico Lacerenza, l’ultimo nome che aveva proposto a Elly Schlein e Giuseppe Conte in alternativa a stesso, a ritirare la disponibilità alla candidatura a governatore. Poi ha provato, ancora una volta, a tirare dalla sua parte Pd e Movimento 5 stelle. E di fronte al loro “no” si è rilanciato in corsa come se nulla fosse. Chiedendo a chi gli si era avvicinato nei mesi scorsi di seguirlo, senza badare più di tanto alle tessere nel portafoglio. Siano esse «di una associazione, di un partito o di un movimento».
Ha resistito appena 72 ore da non-candidato il re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo. Prima di svestire i panni da leader nazionale di un ambizioso soggetto politico di ispirazione cattolica, indossati su consiglio dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza per trattare con Schlein e Conte, e tornare alla sua ambizione originaria.

L’ennesimo colpo di scena nella complessa vicenda del “campo largo” lucano si è consumato ieri pomeriggio. E a 6 giorni dal termine per presentare liste e candidature per il voto del 21 e 22 aprile rischia di compromettere definitivamente le chance di costruire un “fronte progressista” che sia realmente in grado di contendere al centrodestra la guida della Regione Basilicata. Tanto più che oggi stesso il leader di Azione, Carlo Calenda, ha annunciato l’intenzione di sciogliere la riserva sul posizionamento dei suoi. E la scelta pare ristretta tra un accordo col governatore uscente Vito Bardi, già in pista per un secondo mandato presidenziale alla guida del centrodestra, e una corsa in solitaria con un proprio candidato presidente, l’ex governatore Marcello Pittella.

Dopo l’annuncio del ritorno in campo di Chiorazzo, è balenata anche l’ipotesi di un’intesa tra quest’ultimo e i calendiani. Ma alcune fonti interne ad Azione consultate dal Quotidiano hanno smentito questa possibilità. Anche se proprio l’apertura compiuta a sorpresa da Pittella alla candidatura a governatore del re delle coop, venerdì sera, pare aver smosso in maniera decisiva lui e i suoi sostenitori. Dopo giorni di profonda depressione seguiti al passaggio del testimone a Lacerenza e alla constatazione di mesi di lavoro sulla candidatura a governatore del fondatore della coop Auxilium, e ingenti risorse economiche, gettati al vento.

Nella nota diffusa ieri in serata da Chiorazzo si parla di una decisione, quella di riproporre la sua candidatura, dettata dalle proteste levatesi in seguito al passo indietro compiuto a favore dell’oculista 66enne. E proprio a queste proteste l’imprenditore di Senise aveva fatto riferimento annunciando al segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, e al coordinatore regionale del Movimento 5 stelle, Arnaldo Lomuti, l’intenzione di sfilarsi dall’accordo raggiunto con Schlein e Conte per propiziare la nascita attorno alla candidatura di Lacerenza di un “campo giusto” anche in Basilicata.
Allargato ai “suoi” ex laici cattolici di Basilicata casa comune, e a quanti volessero sposare la causa.

Fonti nel Pd e nel Movimento raccontano che Chiorazzo avrebbe addebitato la colpa per il montante disappunto tra l’elettorato, paradossalmente, all’irresponsabilità di quanti all’interno del Pd avevano contestato con veemenza il profilo di Lacerenza, molto vicino a uno dei suoi principali sostenitori tra i democratici come l’ex governatore Vito De Filippo. Pur essendo questi contestatori, a loro vota, tra i suoi più strenui sostenitori dem.
Ad ogni modo, di fronte alla comunicazione di Lettieri e Lomuti sulla loro indisponibilità di rimettere in discussione la guida della coalizione, per espressa indicazione dei vertici nazionali dei partiti, il re delle coop si sarebbe mostrato inizialmente comprensivo. Tanto che avrebbe dato la disponibilità a partecipare una conferenza stampa che avrebbe dovuto sgombrare il campo proprio dalle voci di un possibile passo indietro del primario e segnare l’inizio, ufficiale, della sua campagna elettorale.

Mentre Lomuti e Lettieri aspettavano conferma per fissare data e luogo della conferenza, quindi, è arrivata la notizia del ritiro di Lacerenza. Affidata a una nota a firma di quest’ultimo ma redatta da un computer riconducibile alla coop di Chiorazzo.
Le trattative tra Pd, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi Sinistra e Basilciata possibile per individuare un candidato governatore alternativo proseguiranno questa mattina. Già ieri, comunque, sarebbe stato respinto un primo tentativo di Chiorazzo di intestarsi la guida della coalizione col suo slogan preferito: “una storia nuova”. Nonostante l’appello in questo senso rivolto pubblicamente da 15 ex parlamentari ed ex consiglieri regionali come Giuseppe Brescia; Filippo Bubbico; Vincenzo Folino; Nicola Savino; Salvatore Blasi; Luigi Bradascio; Carmine Castelgrande; Vito Giuzio; Franco Mollica; Donato Paolo Salvatore; Luigi Scaglione; Franco Vinci.

Parlando all’assemblea provinciale dei 5 stelle di Napoli, l’ex premier Conte in persona avrebbe anche ribadito da un lato la volontà di tenere aperto il cantiere lucano del “campo giusto” col Pd, e dall’altro i motivi del “no” del Movimento alla candidatura del fondatore della coop che gestisce l’assistenza domiciliare integrata per il sistema sanitario regionale lucano. Legati proprio a un possibile conflitto d’interessi.
Dal Pd invece, fino a sera non sono arrivate prese di posizione pubbliche, sebbene fonti interne abbiano fatto sapere che c’è «la volontà di stare insieme».

Nel tardo pomeriggio, inoltre, un esponente di riferimento dei dem come l’ex-presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza del Pd, si è fatto avanti.
«Vista la difficoltà del momento, siamo chiamati ad offrire disponibilità, a mettere a disposizioni idee e conoscenza del territorio». Queste le parole di Lacorazza. «Mi metto al servizio di una comunità con la candidatura a Presidente della Regione. Confrontiamoci».
Nel pomeriggio anche un esponente nazionale democratico come Pierluigi Castagnetti aveva provato a dare un contributo rilanciando l’ipotesi di una candidatura a governatore di Speranza, già più volte rifiutata dall’ex ministro lucano.

Infine l’annuncio del ritorno in campo di Chiorazzo, che sui social ha raccolto l’immediato entusiasmo di tanti dei suoi sostenitori ma quasi nessuno di quelli all’interno del Pd. Evidentemente avvedutisi della linea dettata dalla segretaria nazionale Schlein, che già in Sardegna ha anteposto l’intesa con i 5 stelle alle ambizioni, legittime, di un fondatore del Pd come l’ex governatore Renato Soru.
«Per seminare occorre voltare pagina. Per questo, abbiamo deciso, insieme a Basilicata Casa Comune, di candidarci a rappresentare questo moto di popolo». Queste la parole con cui il re delle coop è ufficialmente tornato in campagna elettorale come candidato governatore. «Assieme a noi ci saranno altre liste civiche e chi vorrà sposare questo progetto».

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