X
<
>

Il consiglio regionale della Basilicata

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – Portare in giunta uno dei due dissidenti leghisti, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, ampliando di almeno un voto i numeri della maggioranza virtuale in Consiglio regionale. Oppure insistere sulla linea della marginalizzazione, e all’occorrenza della sponda con le opposizioni. Puntando al ritorno in aula dei due consiglieri ancora alle prese con impedimenti di natura giudiziaria, Francesco Piro (Fi) e Rocco Leone (FdI), e facendosi forte di un “ostaggio” di lusso come l’assessore Donatella Merra.

E’ su una scelta di questo tipo che si gioca l’orizzonte dell’ultimo anno e mezzo dell’amministrazione regionale guidata dal governatore Vito Bardi. Lunedì prossimo, a meno di sorprese, dovrebbe tornare a riunirsi il Consiglio regionale per l’esame di un lungo ordine del giorno in attesa da fine settembre, poco prima dell’esplosione della bufera giudiziaria rappresentata dall’inchiesta sulla “mala politica lucana” dei pm di Potenza. Tra i provvedimenti che nel frattempo sono stati licenziati dalle commissioni e attendono l’approvazione definitiva, però, s’è aggiunta anche una modifica alla legge regionale sul bonus gas per le famiglie lucane, per correggerne alcuni aspetti a rischio di incostituzionalità. Per fine mese, inoltre, andrebbe approvato il bilancio.

Di qui l’esigenza di provare a definire, già questa settimana, una strategia da mettere in campo. Specie nell’eventualità che si protragga l’attesa per il deposito delle motivazioni del Tribunale del riesame sull’annullamento delle misure cautelari nei confronti di altri tre indagati della maxi inchiesta sulla “mala politica”: l’ormai ex assessore Franco Cupparo; l’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio; e il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera. Motivazioni da cui potrebbe dipendere l’immediata rimozione delle misure che impediscono a Leone e Piro di partecipare ai lavori dell’aula. Senza loro e i due dissidenti leghisti, infatti, Bardi potrebbe contare soltanto su 9 consiglieri su 21. Meno degli 11 necessari per mantenere il numero legale durante le sedute del Consiglio. Per questo anche nelle ultime ore è tornata in auge l’ipotesi di concedere un assessorato a uno tra Zullino e Vizziello, che permetterebbe il subentro in Consiglio del primo dei non eletti nelle rispettive liste di provenienza (Lega e FdI), restituendo a Bardi un decimo consigliere, se non anche un undicesimo, da individuarsi nel secondo dissidente, ormai recuperato alla causa comune.

In questo senso potrebbe essere letta anche la nota con cui nella giornata di ieri il capogruppo della Lega, Pasquale Cariello, e l’assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli, hanno chiesto provvedimenti al leader del Carroccio, Matteo Salvini, contro i due dissidenti, accusati di fare «opposizione» dall’interno della maggioranza «forse per ottenere qualche posto apicale all’interno della Regione Basilicata». Proprio l’assessorato di Fanelli, d’altronde, potrebbe essere sacrificato per far posto a uno dei due dissidenti, data la sostanziale inamovibilità di Merra, da sempre vicina alle posizioni di Zullino in particolare. A meno di non togliere a Forza Italia l’assessorato del dimissionario Cupparo, che nei prossimi giorni dovrebbe essere assegnato a un altro esponente azzurro (i nomi che circolano sono quelli dell’ex consigliere regionale Enzo Acito e degli ex parlamentari Michele Casino e Giuseppe Moles).

Anche nell’eventualità di una staffetta tra Merra e Zullino finirebbe in discussione l’assessorato di Fanelli, dal momento che andrebbe comunque garantita almeno una presenza femminile in giunta. Mentre col ritorno di Merra in Consiglio, per far posto a Zullino in giunta nel ruolo di “assessore-ostaggio”, resterebbero 2 i voti degli “ex dissidenti”. Col rischio che alla prima occasione la maggioranza torni di nuovo a “ballare”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE