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Le commissioni congiunte di ieri mattina

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POTENZA – Si deciderà questa mattina il destino della manovra finanziaria regionale e dei tanti emendamenti piovuti sul testo licenziato a fine marzo dalla giunta regionale. Incluso quello sul salvagente da 30 milioni di euro per evitare una nuova dichiarazione di dissesto del Comune di Potenza.

È questo quanto deciso, ieri, dalla maggioranza del parlamentino di via Verrastro al termine delle audizioni sul testo dalla manovra da parte delle commissioni consiliari congiunte.

In un primo momento, per guadagnare qualche ora per la discussione sugli emendamenti, si era pensato di approvare, ieri, il testo della manovra finanziaria così come trasmesso dalla giunta, rinviando a oggi la presentazione e il voto, direttamente in aula, degli emendamenti su cui si fosse raggiunto un accordo. Sia all’interno della maggioranza, che – in qualche caso – tra maggioranza e opposizione. Anche come gesto di apertura e considerazione per chi siede ai banchi della minoranza ma è chiamato a partecipare, con senso di responsabilità, a un passaggio consiliare oltremodo difficile e pieno di insidie. Basti pensare alle immancabili tensioni all’interno della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni regionali, nel 2019, e alla mannaia costituita dalle limitazioni di spesa scattate agli inizi del mese proprio a causa della mancata approvazione del bilancio regionale. Col passaggio in gestione provvisoria.

Alla fine, quindi, si è optato per una nuova convocazione delle commissioni congiunte questa mattina, alle 10, per votare sia sul testo “base” che sugli emendamenti in un’unica soluzione. Con l’obiettivo di arrivare in aula, nel pomeriggio, con un nuovo testo già integrato degli emendamenti “blindati” in precedenza.

Ieri, sul più delicato di questi emendamenti, è stato ascoltato in commissione il sindaco di Potenza Mario Guarente (Lega) che ha chiarito i motivi della richiesta di contributo straordinario alla Regione.

«La città di Potenza rischia un nuovo dissesto – ha spiegato il primo cittadino –, nonostante i conti siano così in ordine da non poter accedere ai contributi del Governo. Nella precedente consiliatura comunale è stato dichiarato il dissesto con 112 milioni di euro di massa debitoria. La parte politica ha perfettamente riequilibrato il bilancio con 60 milioni di euro in entrata e 60 milioni in uscita. Da tener presente che 15 milioni di euro sono ascrivibili alle rate mutuo che termineranno nel 2026. La massa debitoria di 112 milioni di euro che doveva essere ripianata da un organismo tecnico, l’organo straordinario di liquidazione, è stata ripianata per 32 milioni di euro. La restante parte, ammontante a 80 milioni di euro, il Comune di Potenza doveva ripianarlo in tre anni attraverso alcune azioni: la razionalizzazione delle sedi comunali e delle sedi municipalizzate, la spesa legata al personale (ad oggi si registrano -370 unità), l’aumento delle aliquote Irpef».

Di qui la richiesta di Guarente alla Regione: «di tendere una mano alla città di Potenza attraverso un contributo per sanare la massa passiva e non come fatto in passato per le spese».

«Potenza – ha concluso Guarente – è un caso unico in Italia perché dopo aver dichiarato un dissesto sarebbe obbligata a dichiararne un altro pur in presenza di un bilancio sano ma con una massa debitoria risalente a 40 anni fa».

Sempre durante i lavori di ieri delle commissioni congiunte è intervenuto anche il presidente dell’Anci Basilicata, Andrea Bernardo che ha definito: «del tutto insoddisfacenti le previsioni di stanziamento previste per quanto riguarda le politiche giovanili, il turismo, la difesa del suolo, la protezione civile e le autonomie locali con lo stanziamento per quest’ultima voce di solo 1 milione di euro».

Per quanto concerne il bilancio di previsione, Bernando ha poi rinnovato la richiesta dei comuni : «di un forte incremento delle risorse destinate al Fual, finanziato in questi anni con soli 7 milioni di euro a fronte delle molteplici componenti di cui risulta composto e delle sempre maggiori esigenze degli enti locali». Risorse che per il presidente Anci andrebbero distribuite «previa determinazione dei criteri di selezione e pubblicazione di avviso pubblico, onde evitare la discrezionalità».

Bernardo ha poi chiesto di «rifinanziare con risorse appropriate il patrimonio culturale intangibile della Basilicata (cultura e turismo) e di prevedere un apposito capito di spesa per i rimborsi Iva di cui i Comuni si sono fatti carico per gli interventi e gli investimenti del Programma di sviluppo rurale 2007/2013».

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