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L’imprenditore siciliano si difende a Potenza e prende le distanze dalla “lobby”. Respinte le accuse di pressioni indebite sull’ex ministra Guidi. Gli sfoghi telefonici? Discorsi disinteressati e un pizzico di gelosia

di LEO AMATO

POTENZA – Una versione “gemellica”, per dirla come uno dei manager di Total che hanno avuto a che fare con l’imprenditore siciliano. Lui non avrebbe mai esercitato nessuna pressione indebita sull’ex ministra Federica Guidi, a cui era legato da una relazione sentimentale. Né per “sbloccare” Tempa Rossa, né per i fondi della legge navale. Quindi nessun ritorno: né economico né di favori. Solo discorsi disinteressati, e una forma di gelosia – parrebbe scatenata da un messaggino – per un presunto rapporto privilegiato col presidente di Aeroporti Toscani, Marco Carrai. 
Ha respinto ogni addebito Gianluca Gemelli, sentito ieri mattina dai pm di Potenza titolari dell’inchiesta su petrolio e lobbying criminale, in cui risulta indagato per corruzione, traffico d’influenze illecite, associazione a delinquere e concorso in abuso d’ufficio.
Entrato «per chiarire ogni cosa», Gemelli è apparso provato all’uscita dagli uffici della procura, dopo circa due ore e mezza di interrogatorio, segnate da diversi «non ricordo», e da varie contestazioni rispetto al contenuto delle intercettazioni telefoniche.
Sull’affare Tempa rossa, l’imprenditore siciliano ha rivendicato la correttezza dei dialoghi con i vertici di Total e con l’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino (Pd), agli arresti domiciliari dal 31 marzo. Assistito dall’avvocato Paolo Carbone, Gemelli (che ha depositato anche una memoria difensiva) ha parlato di una commessa regolare ricevuta da Maire Tecnimont, general contractor di Total, e di un bisogno reale di reperire servizi in loco: unico motivo del suo interesse per la ditta del figlio del primo cittadino.
Quanto al filone “siculo-romano” dell’indagine, condotta dai pm Francesco Basentini e Laura Triassi, più Elisabetta Pugliese della Direzione nazionale antimafia, l’imprenditore ha cercato di prendere le distanze dall’ex presidente della Compagnia delle opere di Roma, Nicola Colicchi (oggi consulente della Camera di commercio). Ha affermato di avere con lui un rapporto di semplice amicizia. Per questo, e senza secondi fini, Colicchi lo avrebbe fatto entrare nel suo notevole giro di conoscenze capitoline. Incluso l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi: capo di Stato maggiore della Marina militare.
Gemelli ha ricondotto a questioni personali, risalenti addirittura al padre (ufficiale in congedo della Marina) il suo contrasto con l’ex comandante di Marisicilia. Un’avversione che si sarebbe alimentata anche per una sua presunta mancanza di riguardo nei confronti della compagna, a causa di un invito mai fatto nell’esclusivo lido balneare della Marina, durante i suoi soggiorni a Siracusa e dintorni. 
Secondo gli inquirenti il trasferimento dell’ammiraglio Roberto Camerini sarebbe stato chiesto, e ottenuto, perché ostile ai suoi progetti nel porto di Augusta. Ma l’ex vicepresidente di Confindustria Giovani ha ammesso soltanto il suo ruolo nella società che ambiva a costruire un nuovo deposito di stoccaggio di prodotti petroliferi nell’area militare del porto di Augusta. Poi ha spiegato di aver scelto di non comparire per proteggere da possibili strumentalizzazioni politiche la sua ex compagna, Federica Guidi, con cui avrebbe avuto un legame esclusivamente di carattere affettivo, senza alcuna commistione di interessi. Di qui lo sfogo telefonico, registrato dagli agenti della Squadra mobile di Potenza, per un presunto trattamento di favore riservato ad Aeroporti Toscani e al suo giovane presidente.

l.amato@luedi.it

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