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Il tribunale di Potenza

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POTENZA – Una decina almeno le persone, tra progettista, direttore dei lavori, coordinatore della progettazione, responsabile della sicurezza, calcolatore statico nonché il legale rappresentante della “Cismi srl”, Genoroso d’Onofrio sarebbero state iscritte nel registro degli indagati  dal Sostituto Procuratore, Veronica Calcagno che ha aperto un fascicolo per disastro a seguito del crollo, avvenuto intorno alle 5 del mattino dello scorso 30 luglio, del muro di contenimento del cantiere dove  erano in corso scavi per la realizzazione di un complesso residenziale e commerciale. Un crollo che ha portato allo sgombero immediato delle venti famiglie residenti nella palazzina, di via Maratea,   che si trova proprio a pochi metri dal muro di contenimento crollato.

 E se  da ieri ha preso il via il monitoraggio H 24 sulle fondazioni della palazzina – monitoraggio che è stato disposto con un ordinanza dal sindaco De Luca e le cui spese saranno interamente a carico dell’impresa nel cui cantiere è avvenuto il crollo – per quanto riguarda la messa in sicurezza del cantiere bisognerà attendere il via libera del Sostituto Procuratore, Calcagno che il giorno stesso del crollo ha disposto il sequestro penale  del cantiere delegando per le indagini i carabinieri della Compagnia di Potenza, diretta dal Capitano Gennaro Cascone.

 Carabinieri che ieri mattina hanno eseguito un accesso nel cantiere con il Sostituto Calcagno con il Ctu (Consulente tecnico d’ufficio) nominato dalla Procura, con i Ctp (Consulenti tecnici di parte) nominati dall’impresa e dal legale che assiste le venti famiglie   che abitavano nello stabile di via Maratea e che ora vivono in albergo. Delle spese per il loro alloggio si è fatta carico l’impresa che, come detto, stava eseguendo lavori di scavo nel cantiere che affaccia su viale dell’Unicef.   Accesso, eseguito in contradditorio tra le parti, per gli accertamenti giuridici del caso. E nel cantiere ieri mattina erano presenti   i legali di tutte le parti in causa e anche il responsabile della Protezione civile comunale, Pino Brindisi che per il Comune si interessa del monitoraggio della palazzina e, una volta che sarà autorizzato, della messa in sicurezza del muro crollato.  Una messa in sicurezza che potrebbe non  avvenire in tempi brevi e questo, unito a quello che emergerà dal monitoraggio sulle  fondazioni, di fatto allungherebbe i tempi per il rientro delle famiglie sgomberate nelle proprie abitazioni. Insomma una tempistica che la momento non è facile da prevedere anche se l’auspicio della Protezione civile comunale è che, qualora fosse tutto a posto, possano bastare una quarantina di giorni. Insomma prima della fine di settembre il rientro a casa non sarebbe possibile.

 Lunedì prossimo è previsto un ulteriore sopralluogo al cantiere sempre alla presenza di avvocati, periti di parte, carabinieri e il Sostituto che sta indagando su quanto è successo nel cantiere anche se l’ipotesi più probabile è che il muro di contenimento sia venuto giù perché nelle operazioni di scavo si sarebbe andati più in là rispetto al dovuto.

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