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Un'aula scolastica vuota

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A settembre almeno 1.742 alunni in meno varcheranno gli usci delle scuole: oltre il 2% degli iscritti di quest’anno. Si tratta del tasso di riduzione più alto al Sud

POTENZA – «A settembre almeno 1.742 alunni in meno varcheranno gli usci delle scuole. In sodo: meno del 2,23% degli iscritti di questo anno. Si tratta del tasso di riduzione più alto nel mezzogiorno e non solo. La Calabria si attesta attorno all’1,96, la Puglia 1,91, la Campania 1,77. Complessivamente meno 48.570. Il 70% dei meno 70mila in tutto il Paese. Secondo queste cifre e calcoli nei prossimi 5 anni avremo -200.300 iscritti, il 54% al sud».

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Per Pietro Simonetti (Cseres) «si tratta  di una vera catastrofe demografica che origina dalle culle vuote, che riguarda per numeri assoluti anche il nord del Paese, l’unica che registra dati positivi è l’Emilia Romagna, non ha caso per il suo tessuto economico e sociale. La prospettiva, se non modificata propone meno scuole, meno servizi, meno reddito e lavoro, meno occupati e richiede non il lamento o la protesta sui responsabili ignoti di modi di vita o stile, difficoltà».

Per Simonetti «la situazione richiederebbe politiche nazionali e regionali per la creazione di lavoro stabile, riduzione dei costi dei servizi a parità di fruizione, un grande progetto, specie in Basilicata, di neo alfabetizzazione e professionalizzazione e inclusione dei migranti, al momento gli unici che hanno contribuito alle culle piene».

«Il 30% degli iscritti al collocamento in Basilicata possiede il titolo di studio elementare o media, circa il 12% sono laureati, il mondo di mezzo è, fatto di diplomati. Ecco un tema che mette al centro la questione: chi sa fare e cosa in un mercato del lavoro dove il nero si avvicina al 35% della forza lavoro impiegata», conclude Simonetti, spiegando che ieri a Roma sono iniziati i confronti al Ministero della Pubblica istruzione.

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