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L’imputata Carmen Lopatriello e il nonno Carlantonio

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POTENZA – E’ l’ergastolo la condanna richiesta dal pm Annunziata Cazzetta per la 27enne di Pisticci, Carmen Lopatriello, ieri mattina nel processo per l’omicidio del nonno Carlantonio, il 7 gennaio dell’anno scorso.

Il sostituto procuratore materano ha indicato nel carcere a vita la pena più adeguata per i fatti contestati alla 27enne, per cui ha chiesto il riconoscimento delle aggravanti previste per la crudeltà del gesto compiuto e il rapporto di parentela con la vittima.

L’arringa della pubblica accusa è arrivata dopo che la Corte d’assise, presieduta da Rosario Baglioni, ha sciolto le sue riserve sulla capacità di intendere e di volere di Lopatriello.

Durante la scorsa udienza, infatti, era salito sul banco dei testimoni il perito incaricato dalla Corte stessa per vagliare la capacità di stare in giudizio dell’imputata, oltre a un’eventuale vizio di mente capace di comprometterne la volontà prima e durante il terribile omicidio del nonno. Un vizio che il primario del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale di Villa d’Agri, Andrea Barra, aveva escluso con decisione. Ma senza convincere del tutto il difensore di Lopatriello, l’avvocato Maria Delfino, che ha insistito su una forma acuta di «ansia» che potrebbe aver condizionato i comportamenti della sua assistita. Di qui il deposito di un elaborato a firma Michele Bruno, direttore del Centro salute mentale del distretto sanitario di Fasano e di Mesagne, con le dichiarazioni sulla personalità della 27enne anche da parte di alcuni dei suoi familiari. Una specie di indagine comportamentale difensiva, su cui i legali di parte civile si erano riservati di esprimersi, facendo slittare a ieri anche la decisione della Corte d’assise al riguardo.

In caso di riconoscimento dell’incapacità di intendere e di volere, i giudici non avrebbero potuto far altro che lasciar cadere le accuse e affidare Lopatriello, detenuta nel carcere di Lecce da luglio dell’anno scorso, a un percorso terapeutico. Superato questo scoglio, quindi, il processo è ripreso con le conclusioni della pubblica accusa, a cui il prossimo 7 dicembre seguiranno quelle dei difensori dei familiari di Carlantonio Lopatriello costituitisi come parti civili attraverso gli avvocati Andrea Raffaele Arleo, Roberto Cataldo, e Giovanni Quinto, e della stessa imputata. Dopo di ché non è escluso che la Corte si ritiri per decidere seduta stante.

L’omicidio dell’anziano Carlantonio Lopatriello era stato scoperto la sera del 7 gennaio del 2020, quando proprio la nipote lanciò l’allarme. Ma all’arrivo dei soccorritori nella sua casa di via San Giovanni Bosco, nella periferia di Marconia, l’anziano era già a terra in camera da letto, esanime, su una pozza di sangue.

Nei giorni successivi sarebbero stati una serie di indizi raccolti dagli investigatori a concentrare i sospetti sulla nipote. A partire da alcune evidenti contraddizioni nella sua versione dei fatti e dalle immagini riprese delle telecamere installate di fronte all’abitazione.

Determinanti, però, sono stati gli accertamenti della polizia scientifica, da cui è emerso che «sugli indumenti indossati» dalla 27enne, «nelle ore immediatamente successive al fatto», c’erano diverse macchie di sangue. «Su una sua felpa di colore verde, oltre che nel manico del bastone utilizzato per compiere il delitto», poi, sono emerse tracce di Dna misto del nonno e della nipote.

Quanto al movente del delitto, il pm Cazzetta ha ipotizzato fin da subito «una lite, improvvisa ed imprevista, originata da motivazioni economiche». Eppure la difesa ha contestato con forza questa ricostruzione, parlando di una tesi illogica dal momento che il nonno aveva già disposto dei suoi beni in favore della nipote, e non ci sarebbero state avvisaglie della volontà di tornare indietro.

A marzo la Corte di cassazione aveva confermato le esigenze cautelari a carico della 27enne, definita una «persona pericolosissima con propensione al crimine».

Dato l’«astio nutrito nei confronti di zii e dei cugini», in particolare, la Corte aveva evidenziato il rischio che rivolgesse i suoi istinti violenti contro di loro.
In occasione della prossima udienza la difesa di Lopatriello ha annunciato l’intenzione della 27enne di rendere una dichiarazione spontanea.

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