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Processo a Massimo Giletti per i servizi tv sulle scarcerazioni dei boss, nel mirino le insinuazioni su un incontro tra Basentini e il casalese Zagaria

POTENZA – L’ex conduttore della trasmissione televisiva di La7 “Non è L’Arena”, Massimo Giletti, e il giornalista del tg di La7 Luca Giannelli, dovranno comparire davanti al Tribunale di Potenza il 20 febbraio 2024. Dovranno rispondere dell’accusa di diffamazione aggravata ai danni dell’ex capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nonché ex procuratore aggiunto di Potenza, Francesco Basentini.

Lo ha deciso il pm potentino Giuseppe Borriello, che nei giorni scorsi ha spiccato nei confronti di Giletti e Giannelli una citazione diretta a giudizio per alcune dichiarazioni rese dal primo nel corso di una puntata della sua trasmissione andata in onda il 26 aprile 2020, e dal secondo nell’ambito di un servizio trasmesso nell’edizione del tg di La7 del 10 maggio del 2020.

Le affermazioni incriminate riguardano la vicenda delle scarcerazioni di alcuni detenuti disposte per ragioni sanitarie dai Tribunali di sorveglianza di mezza Italia, durante le prime fasi della pandemia da covid 19. Vicenda che avrebbe spinto Basentini alle dimissioni dal prestigioso incarico ricoperto alla guida del Dap, proprio a causa delle polemiche innescate dalla trasmissione di Giletti.

Al riguardo, nella puntata del 26 aprile, il conduttore televisivo avrebbe raccontato di una visita che Basentini aveva fatto nel carcere dove era detenuto il boss dei casalesi Michele Zagaria, arrivando alla conclusione che quest’ultimo aveva ottenuto «un regime detentivo favorevole in conseguenza di un colloquio privato» con Basentini, «intrattenuto in una zona dell’istituto carcerario tale da garantirne la clandestinità». Così frustrando il lavoro di inquirenti e investigatori che si erano impegnati per far sì che ai detenuti più pericolosi, come Zagaria, fosse imposto un regime carcerario più duro.

Stando a quanto accertato dalla procura di Potenza, però, l’incontro tra Basentini e il boss dei casalesi non sarebbe avvenuto in «clandestinità», bensì «nella zona dei passeggi», dove Zagaria «si trovava già». Inoltre, il diverso regime detentivo a cui Zagaria fu sottoposto non sarebbe stato «in alcun modo migliorativo delle condizioni» a cui era sottoposto.

Per quanto riguarda Giannelli, invece, l’accusa di diffamazione si riferisce ad un servizio in cui si faceva riferimento alla decisione del governo guidato dall’allora premier Giuseppe Conte che agli inizi di maggio 2020 dispose «il rientro negli istituti penitenziari di particolari categorie di detenuti che erano stati ammessi a detenzione domiciliare nel corso delle fasi più acute dell’emergenza pandemica». In questo servizio, infatti, si sosteneva che le «scarcerazioni eccezionali» erano state «decise appunto da Basentini», mentre invece erano state decise, conformemente alla legge, «soltanto dall’autorità giudiziaria».

A Potenza è già pendente in udienza preliminare un altro procedimento a carico di Massimo Giletti e dell’avvocato potentino Alessandro Singetta scaturito da una distinta denuncia presentata da Basentini e dal padre.
Alla base di quest’ultima ipotesi di diffamazione c’è l’intervista concessa da Singetta a Non è l’arena a maggio del 2020, in cui il legale aveva denunciato gli stratagemmi che sarebbero stati adottati dal padre e dalla sorella dell’ex capo del Dap, attualmente in servizio come sostituto procuratore a Roma, per difendere la casa di famiglia dall’assalto di un istituto di credito da lui difeso, nel lontano 1994.

Il legale aveva insinuato anche un legame tra questo contenzioso e le accuse che gli sono state mosse dal pm, nel 2013, nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi pazzi del parlamentino lucano, lamentando la sua mancata astensione dal fascicolo. Stando a quanto accertato dagli inquirenti, tuttavia, la ricostruzione avrebbe omesso di dar conto di una serie di elementi che proverebbero la correttezza dell’operato dell’ex procuratore aggiunto. Di qui la richiesta di rinvio a giudizio formulata nei confronti di entrambi.

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