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POTENZA – «In questa fase di emergenza sanitaria, occorre prenotarsi al numero 0971 415872». Questo si legge sul sito istituzionale del Comune di Potenza quando si tenta di capire cosa fare per rinnovare una carta di identità. Un’impresa titanica ormai.


Sono mesi che i cittadini di Potenza segnalano il problema, perché il rinnovo di un documento essenziale è diventato un incubo.
«E’ vero – spiega una lettrice – che ci ripetono che la scadenza è stata prorogata a settembre, ma molti uffici vogliono il documento valido a tutti gli effetti, ma riuscire ad averlo è oramai impossibile. L’ultima chicca lunedì mattina, quando in tanti ci siamo recati direttamente nell’ufficio di piazzale Europa, ma ci è stato comunicato, con una calma serafica, che non c’era la linea e quindi il servizio non si poteva espletare».


Ma partiamo dal principio. Il documento si rinnova a piazza Europa, dove temporaneamente – ma sono ormai un paio d’anni – è stato trasferito l’ufficio, dopo la chiusura del prefabbricato di via Milano. Il primo ostacolo è prendere l’appuntamento: si può chiamare per ore l’ufficio a quel numero trovato sul sito internet. Solo pochi fortunati riescono nell’impresa, sentendosi dire che è già tutto occupato e se ne parla dopo settembre. Gli altri, esasperati da un telefono che suona a vuoto, si presentano direttamente all’ufficio. «E lì ci siamo sentiti rispondere – dice la lettrice – che i telefoni sono collegati alla linea e, se non c’è linea, non funzionano i telefoni. Come si fa?

L’appuntamento si può prendere direttamente all’ufficio. Quindi perché dare agli utenti un’informazione sbagliata sul sito? E si può dire, anche a chi è regolarmente prenotato e aspetta da settimane, che non c’è linea, se ne parla domani? Ma parliamo di un ufficio pubblico, che quindi dovrebbe offrire un servizio efficiente all’utenza, o parliamo di altro? Per la verità – continua la lettrice – in questo ufficio i disservizi erano continui anche prima del Covid, quindi ora la situazione non poteva che peggiorare. Però è davvero gravissimo che, in un comune capoluogo, per avere un documento si debba penare in questo modo. Tra l’altro l’attesa l’abbiamo dovuta fare sulle scale, come se noi cittadini non avessimo diritto neppure a una saletta in cui magari far sedere i bambini».


Il punto è che, sebbene la scadenza dei documenti sia stata prorogata fino a settembre, molti uffici anche pubblici non accettano i vecchi documenti. E questo crea un disagio terribile, si rischia di perdere contributi, borse di studio.
«Ormai in tutti gli uffici ti rispondono sempre che ci sono ancora colleghi in smart working. Ma qui davvero si è equivocato il senso del lavoro da casa. Tutti gli altri cittadini devono produrre lo stesso, anche da casa, non è che questo è una scusa per lavorare meno ancora del solito».

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