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POTENZA – Trovati pesci morti nel Basento nel tratto che attraversa la città. Ieri mattina tecnici dell’Arpab, dell’ufficio veterinario e quello di igiene e profilassi hanno raccolto diversi esemplari privi di vita che verranno analizzati.
L’assessore all’Ambiente del Comune di Potenza non ha dubbi: provengono dagli scarichi abusivi.


E i controlli di ieri mattina vanno proprio verso questa direzione.
Del resto, proprio sul tratto cittadino, ci sono indagini da parte dei Carabinieri forestali e la polizia locale di Potenza già da diversi mesi.
Un’indagine complessa che mira proprio ad individuare eventuali abusi. C’è riserbo come è giusto che sia, ma molto presto potrebbero esserci delle novità.


Di scarichi ce ne sono cinque che insistono sul territorio di Potenza.
Il problema non è solo lo scarico in sé perché in teoria lì dovrebbero scaricare le acque bianche.
Il presunto abuso consiste nel fatto che qualcuno al posto di collegare i suoi scarichi fognari alla rete dedicata, li ha collegati allo scarico delle acque bianche e quindi quelle sostanze andrebbero a finire nel fiume.
La complessità sta proprio in questo: a risalire a chi ha attaccato il proprio scarico, a quello delle acque bianche.
E’ quello che stanno cercando di capire gli investigatori che non stanno tralasciando nulla al caso.
La problematica è emersa un anno e mezzo fa.
Nel febbraio del 2020 il comune fece fare delle analisi delle acque del fiume dopo che in un tratto, si era formata una particolare schiuma bianche.
Quelle analisi rivelarono la presenza di liquami, ma anche quella di idrocarburi.


La schiuma ricomparve anche qualche mese dopo. L’amministrazione comunale presento formale denuncia ai carabinieri forestali che immediatamente hanno avviato le indagini in collaborazione con la polizia locale.
«Continuano le indagini per capire chi ha attaccato i propri scarichi fognari a quelli delle acque piovane per non pagare lo smaltimento fognario – ha detto l’assessore Galella – Per decenni una cultura obbrobriosa ha trasformato un paradiso in una fogna, non possiamo più permetterlo».

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