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Un'immagine della frana che ha isolato Maratea (foto di Biagio Calderano)

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MARATEA – Nel giorno dell’Immacolata, con gli alberghi e quasi tutti i b&b rimasti chiusi e con un centro storico semi deserto, gli operatori economici e gli esponenti della società civile di Maratea hanno deciso di dare un ulteriore seguito al grido disperato di «fate presto» circa il ripristino della viabilità sulla Strada statale 18 dopo la spaventosa frana dello scorso 30 novembre.

La paura per il futuro, l’incertezza che permane sull’avvio dei lavori e le situazione di pericolo che vive il territorio, hanno indotto Biagio Salerno, presidente del Consorzio turistico, insieme con le imprese di pesca e i comitati civici permanenti di Maratea, a rivolgersi direttamente alla premier Giorgia Meloni, al vice e ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini e al ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare, Sebastiano Musumeci, per chiedere la nomina di un commissario straordinario per la “perla del Tirreno”.

E per cercare di coinvolgere direttamente le istituzioni nazionali su questioni non solo di carattere economico, ma anche sociale, ad esempio in tema di scuola e formazione, facendo pure leva sul senso di profondo sgomento per una tragedia per fortuna solo sfiorata ma che la situazione generale rischia di riproporre con conseguenze non certo prevedibili.

L’obiettivo principale è appunto il coinvolgimento diretto delle istituzioni statali. Non a caso, la lettera è indirizzata anche al capo del Dipartimento di Protezione civile, Curcio, ai deputati Mattia, Caiata e Lomuti, e ai senatori Rosa e Casellati. Tuttavia, gli autori hanno anche bacchettato la Regione facendo presente come non debba scaricare tutto sull’esecutivo nazionale, invocando la necessità di essere informati e di avere un confronto su quanto discusso al tavolo convocato e presieduto dall’assessore Merra. Anche lei è destinataria della lettera, così come il governatore lucano Bardi, i consiglieri regionali Pittella e Polese, la Protezione civile regione Basilicata e, per conoscenza, il sindaco di Maratea, Stoppelli.

LA PREMESSA

«Con il passare dei giorni – si legge nella premessa della lettera – l’intera comunità di Maratea comincia a prendere coscienza della gravità della situazione. Il pensiero che attanaglia di più è la piena consapevolezza che poteva essere una catastrofe, una delle pagine più buie della storia di questa comunità. Il rischio potenziale corso dal susseguirsi di diversi autobus scolastici nella porzione di strada interessata dalla frana è come un incubo ridondante nelle nostre menti. Altrettanto terrificante è il pensiero che il costone e il canalone sovrastante l’abitato di Castrocucco possa subire distaccamenti di roccia paragonabili alla frana dell’area Castello, a quel punto potrebbe verificarsi un evento di proporzioni gravissime che metterebbe in serio pericolo l’incolumità di molte persone con danni economici incalcolabili».

I DANNI COLLATERALI

Accanto all’ultimo evento di dieci giorni fa, viene fatto riferimento anche a quanto accaduto lo scorso 13 ottobre, che ha interessato sempre Castrocucco e che ha provocato sgomberi ed «enormi danni». Ma insieme a quelli diretti, vengono approfonditi i danni definiti «collaterali».

«È già evidente – prosegue la lettera – che il tessuto economico di Maratea sta subendo ingenti danni dalle parole degli operatori pendolari; è chiaro che gli spostamenti da sud, utilizzando la trasversale di Trecchina, peseranno notevolmente sulle economie delle aziende. Sul piano scolastico la questione è ugualmente grave, considerando che il percorso da Trecchina è molto tortuoso, gli autobus stanno avendo costi molto elevati ed è probabile una maggiorazione dell’onere di trasferimento che porterà le famiglie dell’alto Tirreno cosentino a ripensare il percorso scolastico dei propri figli, preferendo altri destinazioni più facilmente raggiungibili. È facile purtroppo ipotizzare una difficoltà di formazione delle prossime prime classi con una perdita di interesse verso gli istituti storici della formazione scolastica marateota».

L’ATTENZIONE AL TERRITORIO

Un altro aspetto preso in considerazione nella comunicazione inviata dal Consorzio turistico di Maratea fa riferimento alla fragilità del territorio, identificato come non incline all’abusivismo, ma comunque degno di essere attenzionato a livello centrale.

«Oggi però sentiamo che questo virtuosismo storico – è scritto – può essere vissuto come un peso. Questo è un rischio che sentiamo attuale ma che allo stesso tempo ci convince che la questione non può non essere portata all’attenzione nazionale». Ecco perché i sodalizi promotori dell’iniziativa ritengono «opportuno che il Parlamento si occupi del caso Maratea».

LE RICHIESTE A GOVERNO E REGIONE

«Non ci si può limitare alla dichiarazione di stato di calamità – prosegue la lettera – ed anche Giunta e Consiglio regionali devono dedicare una seduta straordinaria per individuare proprie azioni da mettere in campo senza scaricare tutto sul Governo».

Segnatamente, il Consorzio, le imprese di pesca e la società civile auspicano l’inserimento nella Legge di Bilancio di «un emendamento con una prima posta finanziaria specifica per le indagini con l’obiettivo della mitigazione degli effetti del dissesto idrogeologico di Maratea e l’individuazione delle soluzioni tecniche a breve e e medio periodo». Ma affinché le misure possano essere adottate serve «un’azione parlamentare forte; lo stesso vicepremier Salvini è stato informato dettagliatamente sui fatti ed ha annunciato di attivarsi». Inoltre, viene ritenuto «indispensabile», così come fatto per Ischia, «che il Governo nomini al più presto un commissario straordinario per Maratea che garantisca il coordinamento degli interventi e lo snellimento dei tempi».

Sull’emergenza viene anche chiesto, però, un confronto periodico con le istituzioni regionali: «Il tavolo insediato in Regione, e presieduto dall’assessore Merra – affermano gli autori del documento –, dovrebbe periodicamente riferire agli scriventi con un dialogo-confronto costante, in particolare sulle soluzioni da adottare ai problemi di trasporto studenti, lavoratori pendolari e sostegni alle attività produttive, turistiche economiche e di servizi della città». Infine, «contemporaneamente alle procedure nazionali», i firmatari chiedono «con forza» che «la Regione si attivi per il reperimento di tutte le economie possibili per la repentina riapertura della Strada statale 18 e per le criticità idrogeologiche dell’intero territorio di Maratea»; e «l’adeguamento del Piano di protezione civile di Maratea, perché tenga conto della nuova situazione di pericolo che si è determinata».

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