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«L’attivo dei delegati Stellantis Fca Melfi della Fiom Cgil, e la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, ha ribadito nuovamente la necessità di un intervento decisivo delle istituzioni locali e della Regione Basilicata nei confronti di Stellantis affinché si faccia chiarezza sul futuro lavorativo, sul salario e sulle condizioni dei lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi e di tutte le aziende della componentistica e della logistica».

Le sigle sindacali segnalano nella nota che: «L’azienda, senza alcun confronto sindacale, qualche giorno fa si è rivolta direttamente a 70 lavoratrici e lavoratori comunicando loro la trasferta a Pomigliano, agendo in modo tassativo senza considerare in alcun modo l’impatto negativo che produce tale azione, in particolar modo sull’equilibrio delle famiglie coinvolte.

La comunicazione dell’azienda di mandare in trasferta alcuni lavoratori – afferma la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita – è un atto pericoloso che desta molta preoccupazione, in quanto non abbiamo alcuna notizia sul fatto che questa procedura verrà ulteriormente usata aggiungendosi all’ulteriore snellimento dello stabilimento con l’esodo di 800 lavoratori e l’insourcing di diverse lavorazioni provenienti dall’indotto, causa, tra l’altro, di un aumento intollerabile dei carichi di lavoro. Un vero e proprio ricatto occupazionale cui sono stati sottoposti i lavoratori che a questo punto, pena il licenziamento, non hanno altra scelta che accettare il trasferimento, svuotando in ogni caso lo stabilimento di Melfi, il cui futuro occupazionale appare sempre più incerto.

Per questo – prosegue Calamita – la Fiom Cgil ha richiesto un incontro alla direzione, perché si possa aprire un confronto vero sulla situazione delle trasferte, definirne i criteri e conoscerne le ragioni tecniche organizzative. Per creare una condizione di volontarietà è necessario affrontare le ricadute sull’organizzazione del lavoro sulle postazioni.

La situazione denunciata da troppo tempo dalla Fiom Cgil – si legge ancora – rispetto alla tenuta occupazionale per tutta l’area industriale oggi rischia di diventare un grosso problema sociale per la regione. Le lavoratrici e i lavoratori dell’aerea industriale di Melfi – dichiara la segretaria – ormai da troppo tempo subiscono ammortizzatori sociali. Il rischio di perdere il posto di lavoro è diventata una preoccupazione quotidiana dovuta anche all’azione dell’azienda che nella continua ricerca di un efficientamento dispone della vita delle persone modificando orari, turni, riposi, incentivandoli all’esodo e inoltre mandandoli in trasferta in altri stabilimenti.

Riteniamo non più rinviabile un confronto con Stellantis e con la Regione Basilicata per conoscere il piano industriale dello stabilimento e delle aziende della componentistica – conclude Calamita – La transizione elettrica non potrà avvenire con la riduzione degli occupati dell’area industriale di Melfi. Il processo di efficientamento e di riduzione dei costi sta già producendo i suoi effetti pericolosi sulla tenuta occupazionale dello stabilimento e dell’indotto, producendo diversi licenziamenti, il ricorso alla somministrazione e l’utilizzo massiccio del contratto di solidarietà. Come Fiom Cgil se necessario metteremo in campo azioni di mobilitazione insieme a tutti gli attori del settore per salvaguardare occupazione e industria. Alla Regione e a Stellantis chiediamo certezze su occupazione, produzione, salario, orario, condizioni di lavoro, carichi di lavoro, salute e sicurezza».

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