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POTENZA – La lista dei renziani a sostegno della corsa di Giuseppe Maglione come sindaco di Melfi si farà. C’è solo da capire quanto lunga.
La conferma al Quotidiano del Sud è arrivata ieri mattina dai vertici di Italia viva Basilicata in replica a un articolo in cui si raccontavano gli scenari allo studio all’interno della coalizione che supporta Maglione in caso di “debacle” degli stessi renziani, o dei meloniani di Italia viva. Quando manca una settimana esatta dal termine per la presentazione di liste e candidature, che scadrà sabato prossimo.


A ieri, in particolare, sarebbero già 13 i nomi trascritti nell’elenco di chi è pronto a correre per un posto in consiglio comunale sotto il simbolo “Melfi libera e democratica”. Da capire, quindi, ci sarebbe soltanto se l’intenzione è quella di chiuderla a 16, che è la lunghezza massima possibile, o lasciarla così. Perché venga ammessa, infatti, di candidati ne basterebbero 11.
Se dovesse riuscire ad arrivare al numero minimo di candidati anche la lista di Fratelli d’Italia, pertanto, tornerebbe a definirsi, quindi, quello schieramento a sei liste che era stato indicato nei giorni dell’annuncio della candidatura dell’imprenditore ed ex patron del Melfi calcio. Una prospettiva di cui in realtà nessuno dubita nel momento di massimo splendore del partito degli ex Fiamma, che contende il primo posto nei sondaggi alla Lega di Salvini.


A quel punto il candidato centrosinistra, l’ex presidente del consiglio comunale Luigi Simonetti (Pd), resterebbe fermo a 5.
La guerra delle liste di Melfi, oltre a un indubbio valore psicologico, rischia di risultare determinante anche guardando all’esito delle scorse consultazioni in cui al primo turno la coalizione a 6 liste di Livio Valvano riuscì a sfiorare il 60% conquistando la maggioranza in consiglio comunale prima ancora che il ballottaggio consegnasse la fascia al sindaco uscente per il suo secondo mandato.


Da capire, però, c’è anche il peso che avranno i voti del Movimento 5 stelle che all’epoca, nel 2016, si fermarono al 7% dei consensi.
La cittadina federiciana sarà il centro lucano più grande dove si andrà al voto il 3 e il 4 ottobre.
Assieme a Pisticci, però, avendo più di 15mila abitanti, potrebbe anche ospitare il ballottaggio, il 17 e il 18 ottobre, tra i due candidati che hanno raccolto più voti al primo turno.


Altri centri lucani di media grandezza che andranno al voto sono Rionero, Lauria, Bernalda, Montescaglioso e Ferrandina: tutti con più di 7mila abitanti.
Poi ci sono centri più piccoli come Balvano, Grumento Nova, Oppido Lucano, Sarconi, Trecchina e Viggianello, considerati a tutti gli effetti comuni di centrosinistra, e Cancellara, San Martino D’Agri, Aliano, Oliveto Lucano, Campomaggiore, Carbone, Castelluccio Inferiore, Fardella, Ginestra, Paterno, San Martino D’Agri, Teana e Tramutola.

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