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Il Comune di Potenza

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POTENZA – Salta nuovamente l’elezione dell’ufficio di presidenza. La maggioranza ha votato compatta per Michele Beneventi, ma il fatidico numero di 22 schede non è arrivato. Il consigliere comunale di Idea infatti si è fermato a quota diciannove, distante 3 voti dalla soglia minima stabilita dal regolamento. Alla vigilia si pensava davvero che potesse essere la volta buona. Ma invece non c’è stata la tanto agognata fumata bianca. Chiariamo. Non è un problema di accordi interni alla maggioranza. Se ieri fossero stati presenti tutti i consiglieri di centrodestra (ne mancavano due) si sarebbe raggiunta la quota di 21 voti. Uno in meno di quanto serve. Pertanto per eleggere l’ufficio di presidenza necessariamente si dovrà fare un accordo con le minoranze. Serve un voto. Ma la situazione non è di facile soluzione. Del resto Bernabei, a termine di regolamento può continuare fino alla fine della legislatura. Solo che per lui non è prevista l’indennità da presidente.

Ancora ieri mattina la maggioranza ha cercato un punto di accordo con l’opposizione, ma non c’è stato verso. Le sette schede “nulle” (in tutto erano presenti 27 consiglieri di cui 26 votanti) la dicono lunga su quanta distanza ci sia. La questione, è vero, è di numeri. Ma l’indicazione di dare a Idea e quindi a Beneventi la Presidenza, nasce da accordi di maggioranza. E qui che forse è il punto cruciale che di fatto ha creato una spaccatura sul nome.

L’opposizione, almeno da quanto si è potuto apprendere, non vuole fare da “stampella” ad accordi che sono stati ratificati all’interno della maggioranza. Da qui la rinuncia, almeno fino a ieri, a votare per il Presidente “scelto” dalla maggioranza. Un’impasse di difficile soluzione.

Sono 5 mesi che il Consiglio è orfano dell’ufficio di Presidenza. Alla fine del dicembre scorso Francesco Cannizzaro terminò il suo mandato. Ma allora era complicato individuare immediatamente un suo sostituto. Anche perché la maggioranza rischiava di implodere sotto le picconate di Fratelli D’Italia. Diversi mesi di gelo all’interno della compagine di governo hanno fatto il resto, fino alla svolta di qualche settimana fa con la nomina di due assessori del partito di Giorgia Meloni con il conseguente ricompattamento della maggioranza.

Una volta raggiunto l’accordo in molti speravano che si sbloccasse anche la questione relativa all’ufficio di presidenza con l’indicazione che sarebbe toccato a una personalità di Idea, partito che nel rimpasto di giunta operato da Guarente, aveva perso un assessore. Invece bisogna trovare per forza un accordo con la minoranza che, almeno al momento non ne vuol sentire di votare un Presidente “figlio” di un accordo di maggioranza. Al prossimo Consiglio comunale si proverà nuovamente l’elezione. Prima di allora ci saranno altre interlocuzioni tra maggioranza e opposizione. Ma le parti restano distanti. Con buona pace del consigliere Bernabei.

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