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Vincenzo Telesca

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Potenza, il Pd chiude il campo largo: I dem insistono per Telesca: irricevibile la candidatura “terza” di Pignatari. Rottura nelle trattative


POTENZA – L’8 e il 9 giugno a contendere la fascia di sindaco di Potenza al leghista Mario Guarente, primo cittadino uscente, non ci sarà un solo candidato del “fronte progressista” inaugurato, senza troppa fortuna, alle elezioni regionali.

È questo l’esito, in qualche modo annunciato, delle trattative avviate lunedì per provare a comporre una coalizione a guida Pd-M5s in vista del voto per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale del capoluogo. Perché al candidato del Pd, Vincenzo Telesca, potrebbe affiancarsene un altro, a capo di una mini-coalizione M5s-Avs-Possibile-Potenza Ritorna, sul modello di quella sperimentata con successo 4 anni fa a Matera. Sempre che non resti in campo anche la candidatura, per Potenza Ritorna, di Pierluigi Smaldone. E che M5s, Avs e Basilicata possibile, a quel punto, non ne partoriscano un’altra ancora.

COMUNALI A POTENZA IL PD “ROMPE” SUL CAMPO LARGO

A sancire la rottura, ieri pomeriggio, 03 maggio 2024, nella sede regionale dei democratici, è stata l’ennesima levata di scudi dei padroni di casa a difesa della candidatura del consigliere comunale uscente Telesca. Prima accompagnata da un’ostentata indifferenza ma poi rivendicata con sempre più forza. Con una ulteriore dichiarazione di indisponibilità a discutere la candidatura alternativa dell’avvocata Angela Pignatari. Nonostante la possibilità di una più ampia convergenza a suo sostegno testimoniata, in mattinata, persino da Pierluigi Smaldone. Vale a dire l’altro candidato sindaco in movimento nell’area di centrosinistra, ormai da diversi mesi, che ha già raccolto il sostegno di un pezzo dei democratici e persino dei centristi di Azione, transitati nel centrodestra in occasione delle elezioni regionali.

Ai microfoni di Trm, infatti, il consigliere comunale uscente di Potenza città giardino, da novembre guida il movimento Potenza Ritorna, aveva tenuto a precisare quanto affermato giovedì sera dai delegati Pd. Smentendo la sua intenzione di correre come sindaco a prescindere, e aprendo, di fatto, al dialogo con una «figura autorevolissima» come Pignatari.
All’apertura di Smaldone, però, è seguita la serafica reazione dei democratici, che hanno evidenziato la determinazione di Telesca ad andare avanti. Di qui la presa d’atto, sempre dei democratici, sull’assenza di unanimità attorno alla candidatura “terza” di Pignatari, che era stata avanzata dal referente di Basilicata possibile, Valerio Tramutoli, come punto di mediazione tra le varie proposte già in campo. Inclusa quella del “suo” Giuseppe Biscaglia, altro consigliere comunale uscente.

IL PD: SE C’È TELESCA NON SERVONO CANDIDATI ALTERNATIVI

In parole povere: se Telesca resta in campo non c’è alcun motivo di discutere di un candidato alternativo. Questa è stata la posizione espressa dai dem che ha sancito, di fatto, la rottura delle trattative con i possibili alleati.
In giornata, ad ogni modo, sono previsti una serie di incontri “bilaterali” in cui i vertici Pd paiono intenzionati a sondare la disponibilità di altre forze politiche a sostenere la corsa alla fascia tricolore del loro candidato consigliere più votato, per distacco, nel 2019. Prima dell’approdo al gruppo misto, dopo una breve esperienza in Italia viva, assieme al suo storico referente politico regionale, che è l’ex governatore Vito De Filippo. A cominciare dagli ex laici di Basilicata casa comune e da “La Potenza dei cittadini” di Gerardo Nardiello.

Altri incontri “bilaterali” sono previsti anche tra Smaldone e gli esponenti dei partiti che potrebbero decidere di non seguire il Pd. Se non proprio di “sfidarlo” come avvenuto nel 2020 nella città dei Sassi. Resta ancora da capire, però, quali siano le candidature a sindaco alternative a loro disposizione. Per provare a mettere assieme questo fronte anti-Pd. E se la stessa Pignatari resti della partita, forte del sostegno di un pezzo dei democratici che ha già manifestato, in questi giorni, la contrarietà alla candidatura a sindaco di Telesca.

IL NODO DELLE POSSIBILI INTESE IN VISTA DEL BALLOTTAGGIO

Da chiarire, poi, c’è la possibilità di intese preventive, dichiarate o meno, per possibili apparentamenti al secondo tra il candidato di centrosinistra più votato, destinato al ballottaggio col centrodestra di Guarente, e gli altri. Anche per evitare che si ripeta quello che è accaduto 5 anni fa. Quando alcuni esponenti dei partiti id centrosinistra esclusi dal secondo turno sono stati incentivati dai meccanismi elettorali a sostenere Guarente. Per ottenere l’agognato seggio nell’assise comunale.
Nella giornata di ieri si sono fatte insistenti anche le voti di una ulteriore candidatura a sindaco in costruzione al centro, da parte dei referenti di Azione Potenza. L’ipotesi di una corsa alla fascia tricolore dell’ex assessore Donatella Cutro, e del segretario regionale dei calendiani, Donato Pessolano, non ha però trovato riscontri.

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