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Massimo Barresi al San Carlo con Vito Bardi e Rocco Leone durante il lockdown

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POTENZA – Il Tar rinvia a settembre la discussione sul ricorso del San Carlo contro il taglio dei fondi attesi dalla Regione. Quindi a provare a sventare il blocco delle attività operatorie, almeno a Potenza, resta un manipolo di medici. Mentre la giunta regionale festeggia, con una settimana d’anticipo, l’ultimo passo avanti per l’istituzione della facoltà di Medicina dell’Università della Basilicata.

Sono ore concitate quelle che si stanno vivendo nei vari presidi dell’azienda ospedaliera regionale. Lunedì prossimo, infatti, dovrebbe entrare in vigore il blocco alle attività extra di tutto il personale che è stato annunciato dal direttore generale, Massimo Barresi, in risposta ai mancati trasferimenti, per circa 12 milioni di euro, da via Verrastro. Una “serrata” vera e propria, se si considera che, senza le risorse per retribuire i turni aggiuntivi regolarmente prestati dagli anestesisti in servizio al San Carlo, la prospettiva è quella di assicurare non più di 7 sedute operatorie per tutto il mese (oltre alle guardie per l’emergenza – urgenza). Vale a dire lo stesso numero di sedute che a luglio sono state effettuate giornalmente, dopo lo stop di tutte le attività non salvavita per l’emergenza covid, che all’interno dell’azienda ospedaliera regionale si è prolungato fino a quasi tutto giugno. Con centinaia di pazienti che ora rischiano di veder slittare a data da definirsi interventi programmati in qualche caso da mesi, che se non possono definirsi urgenti di certo incidono in maniera rilevante sulla qualità della vita di chi li attende.

Oggi di fronte alla commissione Politiche sociali del Consiglio regionale è prevista l’audizione, proprio sul tema del taglio dei fondi al San Carlo, del capo del dipartimento Salute, Ernesto Esposito. Ma sono in pochi a sperare che dalla sua bocca possano arrivare le risposte attese. In molti, piuttosto, scommettono che Esposito continuerà a non presentarsi, mandando su tutte le furie il presidente della IV commissione, Massimo Zullino (Lega), che è stato a lungo il più strenuo difensore di Barresi. Incluso quando alcune sue scelte gestionali hanno destato maggiore perplessità.

Ieri è rimasto deluso anche chi sperava che una parola chiarificatrice sarebbe potuta arrivare dal Tar, dove pende il ricorso presentato dal San Carlo contro la delibera della giunta regionale guidata dal governatore Vito Bardi, che ha deciso il nuovo riparto dei fondi tra le varie aziende del servizio sanitario regionale. Tanto più che a corredo del ricorso era stata avanzata anche un’istanza di sospensiva dell’efficacia di quella delibera regionale. Istanza a cui Barresi aveva legato – rinviandolo in attesa di una decisione a riguardo – il deposito del consuntivo di bilancio 2019. Ovvero l’atto che in caso di disavanzo certificato rappresenta l’antecedente logico necessario al blocco annunciato di tutte le attività extra del personale, ma al contempo potrebbe segnare l’epilogo dell’esperienza del dg alla guida dell’azienda ospedaliera.

Così però non è stato e nel decreto collegiale emesso in serata, sull’istanza di sospensiva, i giudici spiegano soltanto, che «non risultano allegati elementi idonei a giustificare una estrema gravità ed urgenza tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio».

«La fattispecie in esame – proseguono i giudici – richiede una ponderata delibazione del ricorso in sede collegiale ed in contraddittorio tra le parti». Infine fissano una nuova udienza il 9 settembre.

Insomma se qualcuno pensava che i magistrati avrebbero risolto i problemi del San Carlo si sbagliava. Ora resta solo da capire se verrà depositata subito o slitterà a settembre anche la decisione su un altro ricorso pendente: quello sulla legittimità della nomina di Barresi effettuata dalla scorsa amministrazione regionale.

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